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Piazza Fontana e il mito della strategia della tensione


Autore: Massimiliano Griner
Casa editrice: Lindau
Anno: 2012
ISBN: 9788871809106
Tipologia: Saggio
Pagine: 312
Prezzo: 22,00 €

Descrizione: Nell’arco di cinque anni, fra il 1969 e il 1974, in Italia si sono contati 4.000 attentati e sei stragi: in piazza Fontana a Milano (12 dicembre 1969), sulla Freccia del Sud presso Gioia Tauro (22 luglio 1970), a Peteano (31 maggio 1972), alla questura di Milano (17 maggio 1973), in piazza della Loggia a Brescia (28 maggio 1974) e infine sul treno Italicus (4 agosto 1974). Il bilancio è stato di 50 morti e di circa 2.700 feriti.

L'Autore parte dunque da Piazza Fontana per rievocare gli anni più bui della nostra Repubblica e per capire se l'interpretazione dominante di quelle stragi e di quel periodo - la cosiddetta "strategia della tensione" - rimane convincente ancora oggi.

Massimiliano Griner si è documentato, ha esplorato archivi, ha parlato con i protagonisti dell'epoca, ha studiato gli atti processuali e parlamentari, fatto interviste, spulciato dossier e, soprattutto, si è posto domande e ha analizzato, senza pregiudizi, l'interpretazione classica, canonica. Quella secondo cui, in piena Guerra Fredda, c'è stato un tentativo di destabilizzare la situazione politica italiana, creando uno stato di tensione attraverso attentati per terrorizzare la popolazione, con l'obiettivo di instaurare un regime autoritario.

Come un "avvocato del diavolo" Griner parte dalle ricostruzioni comunemente accettate ed esamina le "verità" acquisite e, da storico, si chiede quale e quanta consistenza abbia la teoria - o meglio il dogma, il "mito" - della strategia della tensione, mai messa in discussione.

Riprende gli episodi più duri - per esempio la morte di Pinelli - e determinanti per capire e definire quel periodo storico, e cerca di dare delle risposte, cambiando la prospettiva con cui generalmente li si guarda.

L'Autore non svela presunti retroscena, non fa rivelazioni spettacolari, non ha inseguito documenti coperti da "segreto di stato", perché non ha mai creduto che questa sia la strada giusta per arrivare alla verità. Rilegge invece i fatti di quegli anni con un occhio e un giudizio scevro da teorie precostituite, coltivando il dubbio e gettando quindi una nuova luce su quegli avvenimenti. Opera una sorta di revisionismo "pulito", tenta di dissipare un'illusione, sfatare un "mito" creato politicamente ad arte.

La sua ricostruzione si rivolge a chi conosce la storia ma vuole rileggerla da una nuova prospettiva, e a chi, magari molto giovane, ha bisogno di conoscere un pezzo così importante di storia italiana. È un libro dedicato a chi ha vissuto quelle tragedie, ma soprattutto a quanti ancora vogliono capire.

Non un libro ideologico e "vendicativo", non una storia giudiziaria, ma una riflessione storica su un periodo fortemente connotato politicamente, che ha condizionato la società, il pensiero e gli eventi e che continua a farlo anche oggi.