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Intervista a Claudia Gerini sul film Viaggio Segreto


Intervista all'attrice Claudia Gerini, interprete della parte di Adele nel film "Viaggio Segreto" di Roberto Andň


Intervista a Claudia Gerini sul film Viaggio Segreto
"Adele", Claudia Gerini
Chi e’ Adele, il personaggio che lei interpreta nel film?
Claudia Gerini: In occasione della vendita dell’antica casa di famiglia il protagonista, si ritrova catapultato nella sua infanzia dolorosa, si rituffa in quella realtŕ, gli ritorna in mente quello che ha vissuto, i fantasmi vanno e vengono.. E’affascinante il fatto che le immagini non corrispondono alla realtŕ oggettiva, non assistiamo alla cronaca reale di quello che č accaduto, ma solo a quello che Leo ricorda in modo non sempre nitido e realistico: si sa che si rimuove sempre qualcosa e che la mente spesso ci porta ad isolare e selezionare i nostri ricordi rimuovendo o sorpassando certi dettagli. Rievocata in scena soltanto nei flashback, Adele e’ la madre di Leo ed Ale che viene assassinata quando loro sono ancora bambini. E’ un personaggio tipico degli anni ’70, una donna con i sensi molto vivi, intensa, libera, tormentata, con una vitalitŕ che sfocia spesso nella negativitŕ, “maledetta” e sensuale, gelosa, manesca, piena di lati affascinanti ma anche misteriosi e contradditori. E’ un’anticonformista, vive in una casa isolata, canta, balla, fa il bagno nuda nella zebbia (il tipico laghetto artificiale di campagna), porta con se’ il sapore di una trasgressione insolita per l’epoca. Tutto in lei č inspiegabilmente rapido e oscillante, ci sono momenti in cui tocca il cielo con un dito, altri in cui si tortura per la gelosia verso suo marito, l’unico che possa “domarla”, un uomo verso cui prova una passione divorante ed incontrollabile: dietro la loro unione c’č un delirio dei sensi e dell’anima.

Che cosa ha significato per lei interpretare questa donna?
Claudia Gerini: Il progetto di famiglia dei due coniugi-amanti viene bruciato da una tragedia che non accade forse per caso, perche’ Adele non č una madre in senso tradizionale, una mamma che comunica un senso di protezione per confermare la propria famiglia. La relazione un po’ troppo libera che lei ha col padre espone i figli a dei rischi perche’ loro per lei non vengono prima di tutto: non č che li metta in pericolo, ma l’amore per il suo uomo č molto piů importante di tutto e tutti. C’č una frase che Leo a un certo punto pronuncia per descriverla che la rappresenta e ne racchiude il senso: “nostra madre passava dall’estasi alla disperazione come un uccellino passa da un ramo a un altro”, quasi a sottolinearne la fragilita’ che ne offuscava la grande solaritŕ. Un personaggio cosě estremo che e’ sopraffatto dalla propria emotivitŕ ed ama profondamente il suo uomo di un amore quasi distruttivo, la sua natura misteriosa per cui non si capisce mai cosa pensa e come sta, ha
rappresentato una grande sfida, una prova di recitazione forte tra scene appassionate, nudi in scena e liti furiose ed ho capito subito che si trattava di una bellissima occasione per un’attrice. Mi sono resa conto che le coordinate del personaggio erano forti e mi sono calata con molta facilitŕ nella disperazione di questa donna, anche se lei č molto distante da me: posso riconoscermi nella passione e nel suo modo di amare ma mentre lei č sopraffatta dalla sue debolezze io sono madre e per prima cosa proteggerei i miei figli...

Come si e’ trovata col regista e i gli altri attori?
Claudia Gerini: Le figure femminili del film sono tutte molto importanti, Roberto Ando’ in un primo tempo mi aveva sottoposto ad un provino per tutti i ruoli, poi, dopo che ha riscritto la sceneggiatura, il ruolo della madre e’ “fiorito” e lui mi ha detto che sarebbe stato contento di aggiungere forza a quella figura mitica dall’alone fascinoso e che mi avrebbe visto bene in quella parte. Una volta sul set le mie scene sono state poche ma intensissime, la sfida č stata quella: Roberto č un uomo molto colto e molto passionale col quale e’ nato un rapporto di grande fiducia, inizialmente mi aveva dato diversi elementi di riflessione e poi anche il romanzo della Hart da leggere e, una volta sul set, eravamo molto ispirati,
connessi sulla stessa lunghezza d’onda, d’accordo sul come rendere Adele fin dall’inizio con i suoi continui cambi di personalitŕ e su come esaltare l’amore fisico e la grande sensualita’ che c’č tra i due coniugi-amanti che coltivano il rito di trascorrere intere serate da soli. Ma c’e’ stata anche la possibilitŕ di inventare, Roberto era aperto alle idee e ai suggerimenti, gli piaceva vedere come veniva la scena sul set scelto di volta in volta ma poi dopo averla provata magari cambiavamo le parole in relazione al luogo e alla dinamica che nasceva. E’stato importante e piacevole il fatto che tutto aveva un senso senza forzature, cercavamo di raccontare qualcosa che stavamo vivendo tutti bene ed era giusto percio’ trovare anche con il mio partner Marco Baliani questo tipo di leggerezza. In una delle scene per me piu’ difficili, poi, c’era sul set Josephine Hart che mi ha fatto molti complimenti e questo č stato molto gratificante...

26/10/2006