Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Dichiarazioni degli attori sul film "Una Notte"


Nino D'Angelo (Raffaele): Essere attore di un film diretto da un giovane che ha pensato a te in un determinato ruolo è molto lusinghiero. Se poi questo futuro regista è tuo figlio allora è un privilegio troppo grande. Ma è anche una responsabilità in più. Perché quello che ti interessa non è solo quello che riesci a fare tu ma soprattutto quello che speri, riesca a fare lui: tuo figlio. Toni ha saputo raccontare una storia semplice con parole originali. Una Napoli diversa da quella che siamo abituati a vedere. Il fallimento di una borghesia che ha sempre guardato l’altra faccia della città solo con l’ indifferenza e il disprezzo. Sono veramente orgoglioso di dire che a volte un padre può imparare dal figlio. A me è successo.

Riccardo Zinna (Riccardo): Attraversare Napoli di notte, per quattro settimane, è già di per se un’ esperienza fuori dal comune (anche se probabilmente non tutte le agenzie di viaggi la consiglierebbero) se poi a traghettarti dalla periferia al centro c’è un tassista che si chiama Nino D’angelo, l’esperienza diventa eccezionale, Napoli lo adora e dunque ci accoglie nel migliore dei modi, la notte si apre si spalanca si addolcisce e ci avvolge, è leggera e quando napoli è così, cioè quando decide di mostrarti solo il meglio, non ha rivali nè teme confronti, è magica come pochi altri luoghi al mondo. Ecco è questo il clima che ci ha accompagnato durante le riprese del film e lo stesso clima incredibilmente armonico c’è stato  tra noi tutti, cast artistico e tecnico, cosa ormai abbastanza rara nelle cosidette “grandi produzioni”. Sono sicuro infatti che a determinare questo clima abbiano concorso: la consapevolezza di dover realizzare il film in poco tempo e con pochi mezzi e il desiderio collettivo di volerlo realizzare, accettando la sfida con passione, entusiasmo, determinazione al di la dei ruoli. Con questo naturalmente non voglio dire che bisogna realizzare film a basso costo, ne a basso ne ad alto ma a giusto costo. Certamente sarebbe interessante provare ad alleggerire l’apparato tecnico organizzativo in favore di quello creativo, qualche camion in meno per qualche idea in più.Riscoprire quella dimensione artigianale che paradossalmente non crea miseria ma grandezza ne cito uno per tutti: Aki Kaurismaki. Per le atmosfere, per la città, per l’intensità, per i compagni di viaggio ed aldilà dei risultati, ritengo un privilegio aver partecipato a questo film ed auguro a Tony e a noi tutti una buona fortuna.

Luigi Iacuzio (Luigi): Il mio debutto al cinema è stato con “Pater Familias”, un film sincero e di qualità. Sarà stata una coincidenza ma successivamente ho fatto altri film che pur essendo diversi tra loro, avevano in comune quelle caratteristiche: sincerità e qualità. Mi sento un “predestinato”. Perché continuo a lavorare in progetti del genere. Sono scelto e io scelgo di lavorarci, anche se in questi progetti, almeno nella mia esperienza, i soldi non circolano. Anche con questo film è successo. Il regista Toni D’angelo è venuto a casa mia e mi ha raccontato la storia di questi personaggi, il titolo “Una Notte”. Mi ha detto, naturalmente, che i soldi erano pochissimi. Io gli ho risposto sorridendo che quello non era un problema, che ci ero abituato.
Mi è piaciuta subito la storia, i personaggi e il tempo di azione: La notte. Mi è piaciuta perché era una storia sincera, senza furbizie e forse anche diversa dal solito. Ambientata a Napoli, ma per una volta non si raccontava il degrado, la delinquenza. Si raccontavano dei personaggi borghesi e i loro problemi; e perché no? Ogni classe sociale ha i suoi problemi e val la pena raccontarli.
Tanto che appena Toni è andato via ho scritto subito una canzone, perché ero rimasto ispirato. L’ho chiamato il giorno dopo e gli ho detto che ero contento, che non vedevo l’ora di iniziare, che avevo scritto anche una canzone. Lui ha voluto ascoltarla ed è diventata una delle canzoni che il mio personaggio canta nel film. “Notte”. Toni non lo conoscevo dal punto di vista tecnico, ma già mi fidavo di lui. Eravamo entrati in sintonia e questo per me era importantissimo.
Ho poi conosciuto gli altri attori e tutta la troupe, con cui avrei condiviso un mese di nottate e di albe. È stata dura perché i mezzi economici e il tempo che avevamo a disposizione erano pochissimi. Quando finivamo le giornate di lavoro eravamo contenti, ma incerti e anche un po’ arrabbiati. Le energie dovevano essere sempre al massimo per impressionare, sulla poca pellicola che avevamo, il meglio che potevamo. Non è stato facile. Ne per noi attori, ne per Toni, ne per il direttore della fotografia, ne per il fonico, ne per nessuno. Ma il film era nostro e nessuno ce lo poteva togliere dalle mani. Abbiamo discusso, abbiamo parlato, ci siamo confrontati e siamo andati avanti con grande professionalità. Il primo esempio è stato il padre di Toni. Nino era li con noi a soffrire senza mai lamentarsi e facendosi dirigere, con grande umiltà, dal figlio. Era li e ci dava coraggio e noi ne davamo a lui. Siamo andati fino in fondo. Ultimo giorno di lavorazione. Un sospiro, un applauso e un po’ di paura. Ora il film è pronto. Non ci resta altro che godercelo e sono sicuro che nonostante tutto, avrà quelle virtù per cui io sono “predestinato”. Sincerità e qualità. 

Stefania Troise (Annamaria): In uno scenario decadente di una napoli ke patisce il disastro urbanistico in quanto causa di degrado e ghettizzazione , si spingono i nostri protagonisti. Un tassista li porterà in giro per tutta la notte mostrando loro le due facce della città, dai quartieri alti della napoli bene, quella a cui appartengono, alla squallida seppur genuina periferia. Un viaggio all'inferno per poi ritornare più forti di prima, più consapevoli.la notte porterà loro consiglio. Il ruolo ke mi è stato affidato, quello di annamaria è del tutto positivo, come del resto lo sono gli altri. In lei è presente l'amore per la vita. la sua ostinazione nel tentare fino alla fine di recuperare la relazione con salvatore ne è la conferma. Superera' se stessa quando l'evidenza le piomberà addosso e non potrà più negarla. Accetterà la realtà del non poter essere amata come vorrebbe, sarà il giusto compromesso ke le permetterà d' andare avanti. Alfonso, riccardo, luigi, annamaria e lo stesso salvatore, durante il loro viaggio notturno, si svestiranno degli abiti  da borghesi per rispekkiarsi nel loro traghettatore, il saggio tassista interpretato da nino d'angelo. "Una Notte" è il regalo che Toni d'Angelo fa alla sua città.


Salvatore Sansone (Salvatore): Sin dalle prime scene del film scritte con toni  , ho avuto la sensazione che " una notte " sarebbe stato un piccolo grande viaggio verso quel luogo dell' anima e dell' immaginario che è Napoli.Un epica del ritorno, segnata dalla tragicità del quotidiano sia pur nelle forme della commedia umana . I protagonisti del film appartengono tutti a quella borghesia napoletana che ha ormai perso ogni riferimento culturale, civile e sociale. Mai come in questi ultimi anni indolente, connivente, e artefice prima del degrado della città.Una deriva dolce, con tutte le tutele e i privilegi acquisiti, primo fra tutti la possibilità di trovare sempre una via di fuga. Ma pur sempre una deriva, e il ritorno diviene cosi lentamente per i compagni di viaggio un baratro notturno onirico, a tratti spettrale, dove la realtà evoca inesorabilmente l' incapacità di vivere le paure e il malessere di ciascuno. Ed ecco che nel buio di queste esistenze, l' unico raggio di luce,  diviene l' anima popolare della città, impersonificata dal tassista del film, personaggio umile, mite, che  ama la vita oltre e al di là di ogni cosa. Teoforo inconsapevole, traghettatore di anime, figura salvifica come un Caronte contemporaneo, nel trapasso alchemico fra la notte e la luce di un nuovo giorno come simbolo di rinascita e speranza.

Alfonso Postiglione (Alfonso): Ho sempre avuto l’impressione, pur nella mia modesta esperienza, che fare cinema in Italia sia un pò come andare a caccia di farfalle con una rete rotta. Ma nonostante tutto, sospetto che il segreto sia insistere, caparbiamente, perché qualche farfalla dalle ali colorate prima o poi si riesca a trattenerla… Anche durante le riprese del film di Toni D’Angelo ho avuto la sensazione che si andasse a caccia di farfalle, “notturne” nel nostro caso. E la caparbietà di Toni, la passione di un regista, solo contro tutti, una passione assoluta ma mai assolutoria, ha permesso forse, a me e ai miei compagni di avventure, di ritrovarci con qualcosa nella rete…quel qualcosa che ora spero ci tocchi liberare davanti agli occhi di chi vorrà vederci… 

02/11/2007