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La parabola del cinema italiano in "Di Me Cosa Ne Sai"


La parabola del cinema italiano in
Selezionato tra i documentari in concorso a Italiani Brava Gente, "Di me Cosa ne Sai" di Valerio Jalongo, è sicuramente arrivato al pubblico presente in sala. Un racconto, quello del regista romano, che mostra la parabola del nostro cinema, una discesa che corre accanto a quella dell'intero paese e in contro tendenza rispetto alla sola televisione. Il documentario sembra far coincidere l'inizio della discesa del sistema verso il baratro (cinema e non solo), alla nascita della tv privata.

"Di me Cosa ne sai" è un collage di film, di interviste nuove e vecchie, che parte da un racconto su uno di quei produttori che facevano grande il cinema italiano, Silvio Clementelli (zio del regista) e sulle possibilità che fino alla metà degli anni '70 potevano avere coloro che facevano film. Una situazione in continuo fermento, che riusciva a far sembrare anche Giulio Andreotti, autore della prima legge sul cinema, come un progressista illuminato.

Anche se è peculiarità del "documentario" raccontare gli aspetti negativi del mondo, il film di Jalongo è uno sguardo sinceramente desolante (desertico come lo definisce il regista Felice Farina) sulla situazione italiana. Portare a termine un progetto sembra un percorso di guerra; difficile arrivare vivi in fondo. Niente soldi, niente mercato, niente attenzione alla cultura e via via progetti ed entusiasmi che si spengono nel tempo perduto per far quadrare i conti, quando ci si riesce. II nostro cinema appare nient'altro che il riflesso dell'intero paese. Tv esclusa.

10/04/2010, 18:45

Stefano Amadio