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Note di produzione del film "Io sono Li"


Avevo collaborato con Andrea Segre per il suo documentario La mal’ombra e poi di nuovo con Il sangue verde, lo conoscevo e c’era un rapporto di stima. Riuscire a realizzare, insieme, un film di lungometraggio che raccontasse il presente e le urgenze del nostro territorio, fondendo il linguaggio del documentario con una visione più cinematografica, era una sfida che sentivo molto vicina al percorso che stavamo compiendo con la nostra società. La forza della storia, della sua protagonista, la dimensione onirica ma al tempo stesso radicata nel mondo reale, la commistione di elementi locali con l’apertura verso l’oriente, la bellezza e la potenza narrativa di luoghi che ben conoscevo, mi hanno convinto che era un’avventura da intraprendere senza esitazioni.
La storia produttiva di Io sono Li comincia così nel luglio 2008 quando decidiamo di presentare il progetto al Festival Internazionale del Film di Roma, nella sezione Fabbrica dei Progetti – New Cinema Network. Io sono Li (con il titolo provvisorio Shun Li e il Poeta) viene selezionato e riceve il premio come “Miglior Progetto Europeo” per “l’approccio originale, poetico e profondamente umano alla materia dell’immigrazione”.
In quest’occasione incontriamo Francesca Feder della casa di produzione francese Æternam Films, che decide di coprodurre il film e da allora si unisce al nostro percorso.
Nelle settimane che seguono, Andrea Segre lavora insieme allo sceneggiatore Marco Pettenello alla prima stesura della sceneggiatura del film che viene terminata in tempo per partecipare all’Atelier del 62° Festival di Cannes nel maggio del 2009, dove Io sono Li è l’unico italiano tra i 16 progetti selezionati.
Nel frattempo, si definisce e si consolida un gruppo di lavoro di elevato profilo professionale, sul piano tecnico e su quello artistico, che appoggia e aderisce al progetto con entusiasmo, primo tra tutti il direttore della fotografia, Luca Bigazzi, che aveva peraltro già avuto modo di collaborare con Andrea Segre nei documentari Magari le cose cambiano e Il sangue verde.
È immediato e fondamentale anche l’interesse dell’attrice cinese Zhao Tao, conquistata dal personaggio di Shun Li, e dell’attore Rade Sherbedgia per il ruolo di Bepi, oltre che di Marco Paolini coinvolto nel progetto fin dai suoi inizi. La collaborazione di Roberto Citran per il ruolo di Avvocato e Giuseppe Battiston per il ruolo di Devis permette di completare il cast artistico, un cast che nella sua forma finale affianca attori di alto livello a non professionisti scelti nella realtà chioggiotta, secondo un approccio di tipo documentaristico.

Francesco Bonsembiante