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Note di regia del documentario "Il Silenzio di Pelesjan"


Note di regia del documentario
IL SILENZIO DI PELEŠJAN vuole tratteggiare il ritratto di una memoria: l’opera del cineasta armeno Artavazd Pelešjan. Una memoria delle opere e della sua creazione, memoria del cinema e del suo rapporto con l’uomo, la sua vita, il suo pensiero, le sue emozioni e gli incessanti, infiniti percorsi che incrociano l’uno e l’altro. Artavazd Pelešjan č rimasto sconosciuto in occidente fino al 1983, quando il critico francese Serge Daney riuscě ad avvicinarlo e, insieme a pochi altri conoscitori della sua opera, a farlo conoscere in Europa. Secondo il critico francese "lo scopo di Pelešjan č quello di captare la ‘cardiografia emozionale e sociale del proprio tempo".
Questo film non vuole essere una biografia, né un saggio documentato. E’ il semplice resoconto di un’impresa straordinaria, ovvero, essere riusciti nell’atto di filmare - per la prima volta dopo trent’anni - uno dei maestri del cinema mondiale.
Il cinema di Pelešjan č un cinema d’intensitŕ e nello stesso tempo il campo di sperimentazione accurata di una forma di “montaggio a distanza” che, nel derivare dalla lezione di Sergei M. Ejsenstejn e di Dziga Vertov, congiura contro gli stessi principi di montaggio dei due grandi maestri russi.
Anche il ritratto di Pelešjan si costruisce attraverso il “montaggio a distanza” - come iperbole sperimentale e messa in opera piena e intensa di un montaggio interiore
- componendo una visione ispirata e lirica del suo mondo secondo due direttive:
- la narrazione costruita a partire dall’incontro con Pelešjan a Mosca, filmando la sua figura sfuggente e intensa
- il reperimento dei frammenti delle sue opere e di materiali inediti che lo ritraggono in momenti eccezionali della sua vita, quasi uno spazio filmico costellato da sequenze tratte dall’opera di Pelešjan: cellule filmiche vibranti, che restituiscano il senso delle sue opere, pienamente espressivi in cui il movimento
creativo che li ha generati non venga esaurito dal nostro intervento. Il film porta, inoltre, alla luce alcuni repertori straordinari e inediti che riguardano la
biografia del regista armeno, tra i quali alcune sequenze tratte dalle lavorazioni dei film e dall’esame di diploma al Vgik, il prestigioso Istituto Panrusso di Cinematografia di Mosca, alla presenza di una commissione di registi, tra i quali Shukshin e Medvedkin.

Pietro Marcello

05/09/2011, 17:42