CARI MAESTRI L'educazione nel cinema


Da Susanne Bier a Gianni Amelio i registi si interrogano sull'importanza dell'educazione (Cittadella Editrice)


CARI MAESTRI L'educazione nel cinema
E' fresco di stampa per Cittadella Editrice l'ultima fatica di Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo. Si intitola "Cari Maestri" e, come recita il sottotitolo, indaga attraverso l'esperienza di grandi registi sul ruolo che l'educazione ha oggi nel cinema.

Da Susanne Bier a Gianni Amelio, "strilla" la copertina del libro, ma sono tantissimi gli autori del cinema italiano che vengono citati e presi ad esempio: da Fabrizio Bentivoglio a Roberto Benigni, da Marco Bellocchio a Fausto Brizzi, da Sergio Castellitto a Luigi Comencini. E poi ancora De Seta, Giordana, Luchetti, Pasolini, Wertmuller...

Un libro interessante e documentato, che pur partendo da una visione chiara (e lecita) come quella di Viganò - che è anche preside dell'Istituto Pastorale "Redemptor Homnis" della Pontificia Università Lateranense - riesce in quello che sembra il suo principale intento, portare il lettore alla riflessione su come, quanto e se il cinema ("medium dalla forza mitopoietica") si ponga nel tratteggiare il ruolo dell'educatore.

"Molti sono gli insegnanti ad essere ritratti sul grande schermo, nei loro tentativi di avvicinarsi ai giovani. Numerosi studenti, colti nel pieno del loro percorso di crescita, sono stati fotografati nella loro lotta ribelle di sottrazione alla massificazione".

Non essendo un giallo, possiamo già svelare il giudizio complessivo di Viganò: il cinema analizzato nel testo "ci consente di continuare a guardare il futuro con un atteggiamento di ottimismo". Non resta che scoprire come.

05/11/2011, 12:08

Carlo Griseri