Libro/film: "Il giorno in più", Volo si perde
Davvero è
difficile da comprendere la decisione di Fabio Volo riguardo il suo "Il giorno in più". Volo prende uno dei suoi libri più amati (forse il più amato, 1 milione di copie vendute) e decide di utilizzarlo per il suo esordio da sceneggiatore al cinema ma
stravolgendone decisamente gli sviluppi e i presupposti.
La sinossi breve è la stessa tra libro e film:
lui e lei si vedono ogni giorno sul tram, si guardano ma non trovano il coraggio di parlarsi. Una mattina lei rompe il ghiaccio e lo invita a prendere un caffé, ma solo per dirgli che il giorno dopo sarebbe partita per trasferirsi definitivamente a New York. Lui, rimasto solo a Milano, capisce che è troppa la voglia di stare con lei e decide di raggiungerla a New York.
Questo è però anche tutto ciò che rimane del libro, che viene per il resto completamente dimenticato e in molti casi stravolto. "All'inizio il libro era li, sul tavolo. Poi abbiamo cominciato a metterlo da parte mantenendo e lasciando solo quello che ritenevamo fondamentale anche per il film.
Devo dire di essere stato molto disponibile ai cambiamenti": sono le parole dello stesso Volo in conferenza stampa.
Sia chiaro che
è lecito decidere di lasciare il libro in sottofondo, come "ispirazione", ma in questo caso lasciano perlomeno interdetti molte decisioni: non si tratta solo di tagliare e accorpare per "farci stare tutto" (da questo punto di vista i "nuovi" rapporti familiari di Giacomo ci possono stare), ma anche di aggiungere un sacco di cose che nel volume non ci sono togliendo tempo e respiro alla storia. Il cane, il tempo perso a raccontare il lavoro di Giacomo, le vicissitudini con il cliente importante e la figlia... perché?
E poi la seconda parte affidata al concetto di "serendipità", totalmente assente - per fortuna! - nel libro, come è nata? Cosa aggiunge al plot?
Per non dire dello svilimento dei personaggi di contorno:
la Michela del libro era un personaggio di grande interesse, capace di capire Giacomo dai primi sguardi in tram e di giocare con lui (il diario che lei scrive in tram dove è finito?) e di inventarsi una soluzione per la loro storia - il rapporto a tempo determinato - che qui invece viene a Volo e per motivi molto più banali.
Silvia, la migliore amica di Giacomo (interpretata da una comunque sempre brava Camilla Filippi) su carta era un personaggio sfaccettato, capace di tenere testa a Giacomo e di spronarlo a correre a New York, mentre sullo schermo diventa un'amica che pare solo frustrata e vanamente innamorata di Volo.
Inutile elencare le differenze tra libro e film (quelle sono sempre tante nelle trasposizioni) ma
rimane difficile da comprendere il totale cambio di registro che la storia prende, perdendo molta se non tutta la sua originalità.
Chissà se chi ha amato il libro riuscirà a farsi piacere anche questa nuova versione...01/12/2011, 13:22
Carlo Griseri