CANNES 65 - Il Festival e la montagna di rifiuti
A lanciare l’allarme è l’associazione ecologista, il collettivo Méditerranée, che in occasione del festival ha pubblicato quattro video per denunciare lo stato di degrado dei fondali marini in Costa Azzurra.
In forte contrasto con il decoro idilliaco di star che folleggiano con eleganza e nonchalance sul red carpet, i primi due video, Sous les marches du festival, e Décor naturel, rivelano uno spettacolo sconfortante, concentrazioni elevate di bottiglie e buste di platica adagiati sul fondo del mare a pochi metri dagli alberghi di lusso della Croisette. E la celebre colonna sonora dello Squalo di Steven Spielberg utilizzata in chiave ironica.
Mentre le musiche di Dio è un fumatore di cubani di Serge Gainsbourg, accompagnano le immagini del terzo video, À bout de souffle, dove tra alghe e rocce si intravedono enormi quantitativi di cicche e pacchetti di sigarette.
Infine il quarto e ultimo video, Dégâts salés, spiega gli effetti devastanti dell’inquinamento sull’ecosistema marino, una vera ecatombe animale: un milione di uccelli marini e centomila mammiferi marini muoiono ogni anno per i rifiuti che noi gettiamo in mare.
Tutto questo mentre al Festival di Cannes, l’unico film a tema ambientalista, Trashed della documentarista e giornalista inglese Candida Brady, presentato tra le proiezioni speciali, non ha suscitato molto interesse.
Prodotto da Jeremy Irons , che si presta anche come voce narrante ed intervistatore, il film si affida ad immagini sconvolgenti, una discarica alta 14 metri di immondizia alla periferia di Beirut, plastica fusa con il placton, il mare completamente devastato da resti di plastica infinitamente piccoli, per denunciare il problema epocale dello smaltimento dei rifiuti e scongiurare il disastro ecologico cui sta andando incontro il nostro pianeta. A partire da Cannes.
28/05/2012, 17:24
Monica Straniero