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NADEA E SVETA - La camera delicata di Maura Delpero


NADEA E SVETA - La camera delicata di Maura Delpero
La sceneggiatura di "Nadea e Sveta" ha vinto la Menzione Speciale della Giuria del “Premio Solinas-Documentario per il cinema 2010” e il testo ha contribuito a costruire poi un documentario delicato e intimo sull’amicizia tra due donne straniere.

Maura Delpero entra nelle stanze di queste donne Moldave che, giunte in Italia per lavoro, hanno lasciato la loro famiglia nel paese d’origine e cercano di ricrearsi una vita e una socialità in un ambiente a loro estraneo. Una regia alf emminile, leggera e poetica attenta al rapporto tra le persone, alla figura ed ai volti.

Il suono e il silenzio delle attese sono la cosa che colpiscono di più in questo film, donne al telefono che si confidano e si aprono, la lontananza e il bisogno della famiglia che è lontana, grandi finestre su periferie e conversazioni che diventano poesia del quotidiano.

Toccante è la scena del risveglio di Sveta e della figlia Eloiza nell’appartamento in Moldavia. In una luce soffusa di una mattina grigia, è la famiglia ritrovata che al risveglio si riunisce e si stringe in un tenero abbraccio. La Delpero qui si prende tutto il tempo di osservare la bellezza di un risveglio e di ascoltare il respiro di un quotidiano che non necessita tagli al montaggio o messa in scena ulteriore. Nadea è forse quella che soffre di più la solitudine tra le due.

Alcune sere va a ballare in un locale frequentato da donne slave ma anche da molti italiani di mezza età venuti in cerca di avventure. Il momento del trucco delle donne nel bagno del locale è toccante, rappresenta la tenerezza del sentirsi ancora belle, nonostante l’età, le rughe e la lontananza dalla propia famiglia.

Immagine e simbolo ricorrente (forse inconscio) del film sono lae finestre da dove si guarda lo scorrere delle stagioni, si parla al telefono, si odono i litigi come se ci fosse un momento di distacco dall’immagine e dalla situazione contingente. Un documentario sociale quello della Delpero che merita di essere sicuramente visto e goduto anche per la sua pregevole finezza e pacata costruzione figurativo-geometrica.

31/05/2013, 16:07

Duccio Ricciardelli