GIOVANNI CIONI - "Il mio primo film in Toscana con Cambi e Monni"
Come è nata l’idea di Dal Paradiso?
Giovanni Cioni: L’idea per il film è nata con Andrea Cambi con il quale stavamo discutendo su alcuni soggetti che avevamo in mente da tempo. Uno di questi era la storia di Giona Mugello, un personaggio che lavorava nei circhi itineranti di provincia e che si spostava per i paesi con un camion dove dentro c’era una balena imbalsamata. Un produttore ci ha chiesto un film corto, da scrivere realizzare e finire entro un mese, per un'edizione dvd. Abbiamo accettato, era una prima prova di lavoro insieme, era il mio primo film tornato in Toscana. Il protagonista di Dal Paradiso è un “impresario di viaggi post mortivi” cioè accompagna gli estinti verso una meta che loro scelgono di abitare e fa di tutto per accelerare la loro dipartita.
Andrea Cambi è l’impresario “post – mortivo” e Carlo Monni chi interpreta?
Giovanni Cioni: Carlo fa il testimonial dall’Aldilà in un improbabile collegamento televisivo per convincere della bontà dei viaggi post – mortivi offerti dall’impresario. Il film infatti è una specie di movimento parallelo tra il viaggio in un paradiso disabitato di Monni e le fatiche di Cambi nel casino della realtà terrena, tra miseria, clienti che non fanno il loro dovere e che non vogliono decidersi a morire. Abbiamo girato a Colle Val D’Elsa, vicino a Siena, in un’atmosfera che mi ha riportato al Pinocchio di Comencini, anche perchè è il primo film che ho fatto in Toscana, e a certi paesaggi scarni di Beckett.
Lasci molto spazio all’improvvisazione degli attori. Che contributo hanno dato in questo senso Monni e Cambi?
Giovanni Cioni: C'era un copione di situazioni, alcune battute chiave. A me interessa la parte di verità dell'attore, creare delle situazioni dove una scena possa prendere vita. Andrea abitava il personaggio che aveva già elaborato per anni, bisognava farlo vivere in situazione. Carlo era se stesso, una specie di sciamano che canta con il cuore, accompagnato da Marco Fagioli alla tuba. Certe canzoni sono nate sul momento, come quella in cui a Carlo è venuta l'ispirazione di cantare sospeso ad un fico. La telefonata di Andrea al Bellosi doveva essere una scena di dialogo, con Bellosi, ho proposto di farlo da una cabina telefonica perchè rendeva la situazione più disperata ed esilarante.
Negli ultimi anni ti stai concentrando principalmente sul documentario, pensi che potresti tornare sul cinema comico a soggetto?
Giovanni Cioni: Perché no! Si la vena comico surreale mi piace molto, fa parte della mia formazione e dei miei viaggi. Anche nei miei documentari c’è sempre un riferimento al grottesco e all’assurdo. Poi non mi interessano i generi, i film nascono da incontri, dalla voglia di fare qualcosa insieme. Poco importa se sono documentari, film comici, film d'avventura.
29/08/2013, 18:26
Duccio Ricciardelli