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VENEZIA 70 - Il Terzo Tempo in Orizzonti


Enrico Maria Artale debutta con un film in cui il rugby fa da catalizzatore alla storia di una rinascita. Lorenzo Richelmy, Stefano Cassetti, Margherita Laterza nel cast


VENEZIA 70 - Il Terzo Tempo in Orizzonti
Lorenzo Richelmy e Stefano Cassetti in "Il terzo Tempo"
"Il rugby è il miglior modo per tenere 30 energumeni lontani dal centro della città".
Questa è la definzione geniale di Oscar Wild, ma sicuramente il rugby è anche altro.

Nasce dal Centro Sperimentale questa opera prima di Enrico Maria Artale. "Il Terzo Tempo" viene dal Saggio di Diploma della scuola di cinema ampliata dall'ingresso della Filmauro di De Laurentiis. Un film sul rugby, una storia di rinascita attraverso uno sport che in ogni modo cerca di integrare l'io nella squadra al fine di ottenere il risultato prefisso.

Artale ambienta il suo film a Frascati, non lontano dalla periferia romana di Cinecittà e cittadina con una discreta tradizione rugbistica. Il suo protagonista ventenne è in semilibertà, obbligato dal giudice a lavorare in un allevamento di bovini dove tutti, il suo assistente sociale per primo, sono coinvolti, qualcuno ai limiti della mania, nella locale, malandata squadra.

La redenzione passa per lo sport, in un film nel quale non mancano citazioni e atmosfere del miglior cinema americano di genere; da "Quella sporca ultima meta" nel quale i detenuti accettano di giocare quando realizzano di poter picchiare liberamente le guardie durante una partita, a "Ogni maledetta domenica" per le atmosfere e i meccanismi dello spogliatoio. Ma anche film dedicati ad altri sport, come "Che botte se incontri gli Orsi" con un memorabile Walter Matthau nei panni dell'allenatore ubriacone con figlia che convince il malandrino del paese a salvare la sua squadra di baseball.

Si intravede un po' di tutto in "Il Terzo Tempo" ma è forse la retorica dello sport pulito e onesto, come spesso è definito il rugby, a occupare orizzontalmente il film, lasciando poco spazio alla storia e alla definizione dei personaggi malgrado l'impegno del regista su entrambi i fronti. Forse raccontare la realtà soltanto attraverso un'esperienza cinematografica non basta a rendere più credibile e coinvolgente il film. Qualche giorno in più tra le periferie, gli emarginati e la provincia avrebbe reso giustizia a questa opera prima che comunque riesce a raggiungere una piena sufficienza.

31/08/2013, 14:31

Stefano Amadio