MICHELANGELO ANTONIONI - Una mostra a Torino
Una mostra speciale dedicata alla
"trilogia esistenziale" di Michelangelo Antonioni, tre dei suoi film più noti, amati e iconici ("La Notte", "L'Eclisse" e "L'Avventura"), un progetto espositivo dedicato alla memoria del regista che proprio in questi giorni avrebbe compiuto 101 anni.
La curatrice dell'evento è
Maria Cristina Strati, le opere sono state affidate a
Elizabeth Aro, Claudia Maina e I Santissimi: ognuno di loro si è lasciato ispirare da un diverso film della trilogia, tutti comunque incentrati sul tema della difficoltà dei rapporti umani nella nostra epoca, sull’incomunicabilità, sulle tensioni interne alle relazioni di coppia, con una particolare attenzione dedicata ai personaggi femminili. Elizabeth Aro (Buenos Aires, 1961, vive e lavora ad Arona) presenta due installazioni sul film "La Notte"; Claudia Maina (Milano, 1976) ha sviluppato un percorso espositivo su "L’Eclisse"; I Santissimi (al secolo Sara Renzetti e Antonello Serra, nati entrambi a Cagliari, dove vivono e lavorano, nel 1978) si sono invece concentrati su "L’Avventura".
"Nei film di Michelangelo Antonioni - spiega la curatrice Maria Cristina Strati - ci sono pochissime parole: a parlare sono le immagini. Un esordio del genere, in un testo come questo, rischia di far rabbrividire per la presunta banalità. Ma non è così: l’affermazione è infatti tanto più vera quanto più appare frutto di uno scontato intellettualismo, perché
l’assenza di parole invita proprio a gettare via ogni pretenziosa interpretazione intellettual-salottiera per lasciare il posto a un altro modo di vedere e leggere prima il film, e poi il mondo intero. Qui tutto esplode, come nella nota scena finale di Zabriskie Point, e il nostro universo intero, fatto di miti pop consunti e consumistici, visioni preconfezionate e idee a buon mercato, va fortunatamente in mille pezzi, facendosi simile a una scompigliata visione alla Pollock. Restano colori, immagini, silenzi e volti: insomma, nient’altro che una profondissima bellezza. Lungi dall’esaltare qualsiasi forma di edonismo,
i film di Antonioni hanno appunto pochissime parole: ma sono tutte necessarie e perfette. E tanto più di bellezza si può parlare, unita a profonda sensualità e intelligente ironia, se l’attrice protagonista intorno a cui ruota il racconto del film è la grandissima Monica Vitti: un volto capace di trasfigurare ogni visione stereotipata del femminile, di andare oltre, e guardare dentro, alle profondità infinite dell’anima e dei suoi tormenti.
Ospitata dalla
Gagliardi Art System (via Cervino 16), l'esposizione sarà visitabile fino al prossimo 26 ottobre, dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.
30/09/2013, 16:00
Carlo Griseri