Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

"Viva la Libertà" di Roberto Andò: una parabola politica


Parabola di una sparizione temporanea e di una felice incarnazione, anche quella temporanea, nel corpo e nella mente del suo fratello gemello, da parte di un leader politico di punta in una fase di annuvolamento mentale. Il burn out del segretario del maggior partito dell’opposizione è la conseguenza dell’essere costantemente sotto i riflettori dei media, dell’essere stato contestato dai fedeli del suo partito, e dell’aver perduto carisma e forza di convincimento. In questo episodio di fantapolitica, molto verosimile, sono presenti tutti gli elementi per un thriller bianco, privo di violenza e di morti, dove la suspense nasce e ribolle nel succedersi rapido e ritmato di fatti non pianificati e dall’interpretazione calibrata dei protagonisti. Partendo dal suo proprio libro Roberto Andò ha elaborato Viva la libertà, (titolo ironico-amaro) un film tra i più interessanti ed avvincenti visto in questo ultimo scorcio di tempo. Passato in sordina sui nostri schermi ma recuperabile ora su Blue Ray. La singolarità, la forza comunicativa e il fascino della pellicola sono dati in gran parte dalla sorprendente e coinvolgente interpretazione bifronte di Tony Servillo nei panni di Enrico, politico scafato e rotto a tutti gli intrighi delle “caste” e contemporaneamente in quelli di Ernani, lunare professore di filosofia, affetto da lucida follia e sano realismo, che lascia esterrefatti i suoi compagni di partito e spiazza, ma delizia i suoi avversari con il suo comportamento e le sue uscite poetiche in netta contradizione con la linea del partito. Enrico, partito a ritemprarsi a Parigi da una sua antica fiamma sessantottina, Danielle, oggi segretaria di edizione e sposata al regista cinese Mung, rimessosi dallo smarrimento ideologico e da un tuffo nei ricordi di cinema e lotta di classe a Parigi e a Cannes, ritorna, e la musica cambia. La speranza di una svolta epocale è durata lo “spazio di un mattino”. Tutto ritorna come prima nel grigiore delle parole vuote e delle promesse mai mantenute. I cambiamenti sono pure chimere. Alla fine I due gemelli sempre più agli antipodi : uno nel marasma del vuoto ideologico, l’altro nei deliri lirici, si allontanano in un futuro enigmatico. Si sarebbero potuti incontrare, ma non lo hanno fatto. La parentesi è chiusa. Il sogno è restato tale! Filmato con stile essenziale e indagine dei comportamenti emotivi dei protagonisti il film conquista l’attenzione dello spettatore e fa sì che questi sia partecipe in prima persona di un’invenzione filmica reale e attuale. Se il bifronte Tony Servillo dà il la al lungometraggio, Valerio Mastrandrea dà smalto e colore alla trama nell’ingrato ruolo di Bottini, il collaboratore che deve camuffare l’assenza dell’onorevole con una misurata interpretazione fatta di ansie, timori e sussulti emotivi.

10/04/2014, 07:38

Augusto Orsi