VENEZIA 71 - I vincitori del Premio "Città di Venezia"
Il riconoscimento viene assegnato ad opere che contribuiscono a diffondere la conoscenza delle culture e delle situazioni positive e negative nei Paesi di origine e transito dei rifugiati e dei migranti presenti sul territorio italiano. Così l’iniziativa del “Premio” prende in considerazione non solo l’opera registica dei cineasti, ma anche la ricerca, l’attività critica e le espressioni di creatività riguardanti il mondo del cinema, soprattutto quando offrono una testimonianza concreta nell'attenzione ai diritti umani fondamentali e al modo di vivere presso Paesi di culture diverse appartenenti al mondo non occidentale in via di sviluppo.
Quest’anno i riconoscimenti sono stati dati a:
Aluk Amiri
Il giovane cineasta si è dato questo scopo: propagare il cinema del suo Paese, l’Afghanistan, nel mondo occidentale, in particolare in Italia dove, giunto un giorno in maniera rocambolesca, attualmente risiede.
Il suo progetto è del tutto in linea con le finalità del Premio Città di Venezia: l’utilizzo del cinema quale strumento di conoscenza di culture ancora lontane
Amin Wahidi
Il giovane regista afghano è stato giudicato vincitore del 22° Premio Città di Venezia-settore cortometraggi.
Realizzando “L’Ospite” mette in evidenza la difficoltà di attuare nel concreto la pratica dell’accoglienza.
Lo fa con un tono molto realistico e pensoso, lasciando però scarsa speranza a soluzioni davvero positive rispetto ai sogni e ai richiami ideali della letteratura sul tema..
Dyana Gaye
“Des Etoiles”, è l’ultimo film realizzato dalla giovane regista senegalese. Ttratta il tema dei migranti in cerca di quel benessere economico che assai difficilmente trovano nel mondo occidentale dall’Europa agli Stati Uniti. La struttura del film è lineare anche se a prima vista appare complessa nell’ideazione del racconto cinematografico.
Justin Chadwick e Casa di Produzione di “The First Grader”
Il film “The First Grader” vince il Premio Città di Venezia 2014, grazie alla serietà linguistica del regista Justin Chadwick e all’impegno etico e pedagogico della Produzione.
Il film si propone al pubblico come capace di suscitare forti emozioni anche attraverso il recupero di elementi storici fondamentali nello sviluppo democratico del Kenya.
All’attore afghano
Basir Ahang viene assegnato un premio che riconosce capacità interpretative pur ancora “in progress”.
05/09/2014, 15:16