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FESTIVAL DI ROMA 9 - "L'orologio di Monaco"


Il regista Mauro Caputo racconta la vita attraverso la voce e l'esperienza di Giorgio Pressburger, scrittore di ungherese dal 1956 in Italia. In sala nel 2015.


FESTIVAL DI ROMA 9 -
Giorgio Pressburger in "L'orologio di Monaco" di Mauro Caputo
Prima mondiale nella selezione ufficiale del Festival Internazionale del Film di Roma, categoria "Eventi speciali" della sezione Prospettive Italia. Giorgio Pressburger, autore dell’omonima raccolta di racconti edita da Einaudi, voce narrante, ispiratore e demiurgo, nel film ci accompagna in un viaggio all’interno di se stesso e delle proprie radici. Nato a Budapest nel 1937, trasferitosi in Italia nel 1956 a seguito dell'invasione sovietica dell'Ungheria, regista, scrittore e drammaturgo naturalizzato italiano, è oggi una delle figure più rappresentative del panorama culturale italiano e internazionale.

Attivo, ai massimi livelli, in molteplici campi, ha svolto anche attività istituzionale come Assessore del Comune di Spoleto e Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Budapest. Già nel 2013 lo stesso regista triestino gli ha dedicato un film documentario dal titolo "Messaggio per il secolo" nel quale ripercorre la sua vita avventurosa attraverso i principali eventi storici: la seconda guerra mondiale, la Shoah, la rivolta ungherese del ’56, la guerra fredda, eventi che hanno cambiato la storia e lo hanno coinvolto in prima persona, condizionando in modo decisivo la sua vita e le sue opere.

Il film documentario è strutturato come un’elegia a tappe punteggiata dalla musica di Alfredo Lacosegliaz. Parte dall’indagine dell’ albero genealogico dello stesso Pressburger e della sua famiglia centroeuropea in cui confluiscono per caso e nel tempo alcuni grandissimi nomi della cultura moderna: Karl Marx, il poeta Heinrich Heine, il compositore Mendelssohn, il regista di ‘Scarpette rosse’ Emeric Pressburger e suo nipote, anche lui regista scozzese e premio Oscar, Kevin Macdonald. Ne deriva un racconto cinematografico intenso e struggente che fa parlare non solo gli uomini ma anche i paesaggi, le cose, le tracce degli uomini passati sulla terra attraverso le immagini suggestive di alcuni luoghi di Trieste, come il cimitero ebraico, la Risiera di San Sabba, la libreria Umberto Saba, lo storico Caffè San Marco ma anche le riprese della vicina Slovenia o di Londra, insieme ai filmati di repertorio dell’Archivio Luce. “Ognuno è il frutto di milioni di condizionamenti - dice Pressburger nel film – nonostante la libertà di agire nel gioco della vita e tutte le vite sono intrecciate le une alle altre”.

Il messaggio emozionale che ne scaturisce è l’uso della genealogia come connessione di conoscenza, di anima e di sentimento opposta alla frantumazione consumistica delle coscienze e al non pensiero contemporaneo.

Dopo la presentazione al Festival di Roma, “L’orologio di Monaco”, prodotto da Vox Produzioni, sarà distribuito nel 2015 da Istituto Luce-Cinecittà.

22/10/2014, 13:00

Maria Di Lauro