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MIMMO VERDESCA - "Protagonisti per sempre del cinema"


Intervista al regista del documentario sui 'baby' attori del cinema italiano


MIMMO VERDESCA -
Mimmo Verdesca
Dal Neorealismo a oggi, molti attori bambini hanno popolato il nostro cinema. In film che vanno da I bambini ci guardano a La Ciociara, fino a Nuovo Cinema Paradiso e La vita è bella: un documentario li racconta, e abbiamo intervistato il regista Mimmo Verdesca.

Come nasce l'idea del documentario?

Dopo il successo del mio precedente documentario "In arte Lilia Silvi" sulla vita e la carriera di Lilia Silvi, popolare attrice del cinema italiano degli anni quaranta, film per il quale ho vinto il Nastro d'argento nel 2012 come Miglior documentario sul cinema, volevo indagare cosa possa significare per un bambino che viene scelto come protagonista di un film trovarsi catapultato nel mondo folle del cinema.
Dopo anni di oblio, tornano a parlare Andrea Balestri, Eleonora Brown, Giorgio Cantarini, Totò Cascio, Luciano De Ambrosis, Agnese Giammona, Nella Giammona, Rinaldo Smordoni, quei bambini tutti “presi dalla strada” che con la loro verità hanno contribuito a rendere grandi alcuni dei capolavori del nostro cinema: dal neorealismo de “I bambini ci guardano” e “Sciuscià” passando per “La ciociara”, “Le avventure di Pinocchio” fino a “Nuovo Cinema Paradiso” e “La vita e bella”.
Quella verità che oggi ancora raccontano grazie al mio documentario. Lavorare accanto a De Sica, Visconti, Benigni, Tornatore e Comencini è stato per tutti loro una favola, un lavoro che sembrava per lo più un gioco, ma che poi ha inevitabilmente creato aspettative (tradite o realizzate), sogni, e l’orgoglio di aver fatto qualcosa di importante. Ho dato voce ai loro ricordi ed è emersa l’emozione di ieri e la consapevolezza di oggi, ma non solo. E se è vero che l’infanzia rappresenta un periodo fondamentale nella formazione di un individuo, è evidente che ciò che mi interessava è proprio quello che è accaduto “dopo” la partecipazione dei protagonisti al film: non la parentesi del set cinematografico, ma il suo risultato, ossia il modo in cui quella esperienza è maturata nelle singole vite, segnandone il percorso, nel bene e nel male.

È stato difficile ritrovare i protagonisti che cercava? E convincerli a parlare?

La ricerca è durata diversi mesi in tutta Italia. Una volta rintracciati, ho spiegato loro in maniera dettagliata quale fosse il senso profondo del mio progetto e hanno accolto la mia proposta in maniera entusiasta.

Cosa l'ha guidata nella scelta degli intervistati?

Sicuramente il peso che ognuno di loro ha nella storia del cinema mondiale e soprattutto nella memoria collettiva di paesi interi che li hanno visti “vivere” nella finzione cinematografica.

Cosa ha imparato parlando con loro?

Dal mio documentario emerge una serie di ritratti umani e familiari tutti autenticamente sinceri e ognuno di loro porta con sé una storia emblematica, un particolare che li differenzia. Sono impagabili le emozioni che mi hanno regalato e che, attraverso il mio lavoro, ho cercato di trasmettere al pubblico. Il progetto di questo documentario nasce anche dalla volontà di riaffermare la valenza della Memoria.
Tutelarla e tramandarla soprattutto alle nuove generazioni. Per questo vincere al Giffoni Film Festival il Gryphon Award per il “Miglior documentario” è stata una gratificazione doppia, perché sono stati i giovani a votarlo e a sceglierlo insieme agli adulti. Il Giffoni Film Festival è una esperienza speciale e unica. Offre l’opportunità di confrontarsi con altre culture, di appassionarsi a tante storie, di crescere. Non potevo desiderare una cornice più adeguata per presentare questo mio nuovo lavoro e l’inaspettato risultato ottenuto ne è stata la conferma.

Consiglierebbe, dopo aver girato questo lavoro, a un genitore di far diventare il figlio un attore-bambino?

Totò Cascio nel mio film dice: "Se a un bambino gli si permette di essere libero e spontaneo, fa delle cose meravigliose, se invece gli si costruisce un personaggio attorno, è finito tutto". Credo che in questo senso la famiglia sia l'unica vera tutela. Consiglierei, quindi, di affrontalo con i piedi ben piantati in terra, soprattutto nel mondo di oggi.

A cosa sta lavorando ora?

Alla preparazione di un nuovo documentario, all’allestimento di una commedia teatrale con Leo Gullotta e alla stesura di una nuova sceneggiatura per il cinema.

28/08/2015, 10:33

Carlo Griseri