Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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MEDFILM FESTIVAL - "Mediterranea", apertura di migrazione


Finalista al Premio Lux è stato il film di apertura alla 21edizione del MedFilmFest. Opera prima di Jonas Carpignano, è la storia di un viaggio della speranza


MEDFILM FESTIVAL -
"Mediterranea" di J. Carpignano al MedFilm Festival
La nuova vita di Ayiva, un ragazzo che parte dal Burkina Faso in cerca di un lavoro per provvedere alla propria famiglia.

Jonas Carpignano riesce nella difficile impresa di raccontare la traversata di questi uomini e le loro seconde possibilità in modo convincente e commovente. Merito della caratterizzazione dei personaggi, i cui sguardi e silenzi non possono che colpire lo spettatore, e merito anche di un modo di fare cinema all’altezza della storia che si racconta.

Si parte dall’Africa, dai dialoghi di questi giovani che vogliono andare via e guardano con invidia i video pubblicati dagli amici che sono scappati in Italia. Il viaggio inizia con la traversata del deserto in Algeria, continua con la Libia e i barconi e finisce con le richieste di aiuto in mare. La prima parte del film trasmette una sincerità di ripresa a cui non si rimane indifferenti: la macchina da presa riesce a tessere una storia drammatica ma non “patetica”, in cui lo spettatore si affeziona alle loro storie e ne segue le vicende in modo quasi documentaristico ma assolutamente necessario.

La guardia costiera prima e il centro di accoglienza poi, aprono un nuovo capitolo per l’intraprendente Ayiva e il suo amico introverso. A Rosarno, paese calabro protagonista nel 2008 di feroci scontri tra gli immigrati e la popolazione del luogo, questi ragazzi cercheranno una nuova possibilità, aiutati da uno zio e da vecchi amici giunti in Italia tempo prima. Il punto di vista allora si avvicina proprio a Ayiva, il suo entusiasmo e la sua forza di mettersi in gioco, la voglia di cercare un lavoro e il senso di protezione nei confronti dell’amico, diventano prioritari nella narrazione.

Ayiva è un instancabile lavoratore che si imbatte in vari personaggi come un ragazzino rom che commercia oggetti rubati e un datore di lavoro che lo apprezza. Jonas Carpignano mostra la quotidianità di questi ragazzi, la raccolta dei limoni, i momenti di svago, la scuola per stranieri e una vecchia signora calabrese che fa da “Mama Africa”. La difficoltà della vita, gli scontri con i ragazzi del posto, lo sgombro della casa occupata, si alternano a dei dolci momenti di ritrovo familiare e di crescita personale.

Jonas Carpignano non usa la retorica per mostrare la difficoltà delle loro vite, sangue ed esplosioni diventano sempre più ingombranti nello schermo dopo l’arrivo a Rosarno. Stupiti dalla maturità di regia e dalla bellezza della fotografia di Mediterranea, il finale sospeso riesce a risolvere completamente lo status di questi giovani, che tra nostalgia e voglia di reagire si muovono sospesi nelle loro vite. E il futuro? Il futuro è una canzone dei Ricchi e Poveri cantata durante la festa di compleanno di una persona che fino a poco tempo fa non sapeva della nostra esistenza. Nulla più.

07/11/2015, 14:33

Marta Leggio