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PMgFF15 - "Matti a Cottimo", sopravvivenza strategica


PMgFF15 -
"Matti a cottimo - Strategie di sopravvivenza" è sovrabbondante di parole, nessuna inutile, tutte a esprimere un 'sè' che non vuole essere ingabbiato ma soprattutto un 'noi' che vuole essere riconosciuto al di là degli schemi ristretti della 'normalità'.
Tante voci ma due in particolare – di Simone Sandretti e Luca Atzori – a raccontare l'esigenza e l'esperienza sorte intorno al Mad Pride, movimento che rivendica l'orgoglio dei malati psichiatrici e un loro ruolo costruttivo nella società.

Dopo un denso e programmatico esordio – dove emergono concetti come 'la follia è un potere' (non una limitazione), oppure ‘sviluppare sinergie che valorizzano la complementarietà’ – il regista Mauro De Fazio inizia a mostrare le attività del gruppo e il suo modo di relazionarsi con l'esterno: organizzare il Mad Pride (manifestazione che dal giugno 2013 unisce una volta all'anno matti e loro solidarizzanti in corteo per le strade di Torino); distribuire il giornale autoprodotto "La Sveglia"; occupare i locali in disuso del Centro di salute mentale dell’Asl di via Gorizia per una tre giorni di incontri, dibattiti, mostre, laboratori, condivisione; ma soprattutto vivere l’esperienza sul campo di Matti a cottimo, cooperativa che mette a disposizione il lavoro di malati psichiatrici per attività che vanno dallo sgombero cantine al laboratorio teatrale.

Conquista – più di tutto – il senso di consapevolezza ("siamo orgogliosi di essere ciò che siamo", "la resistenza rende vigili") che è di diversità ma anche di uguaglianza (dei diritti, principalmente, ma non solo): quanto è labile – a volte invisibile – il confine tra chi è ritenuto sano e chi no? Guardando “Matti a cottimo” capita di riconoscersi, a volte addirittura di desiderare di potersi riconoscere.

In ultimo va evidenziato l’utile confronto, distribuito lungo tutto il documentario, tra la posizione dei ‘malati’ e quella istituzionale della dott.ssa Vilma Xocco, direttrice DSM dell’Asl To1, che permette di aprire lo sguardo e concede un contraddittorio per nulla scontato (da entrambe le parti).

14/03/2016, 18:21

Sara Galignano