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VISIONS DU REEL 47 - "Ogni Opera di Confessione"


Gli effetti del tempo sui luoghi e persone nel documentario di Alberto Gemmi, Mirco Marmiroli.


VISIONS DU REEL 47 -
Non è mai facile raccontare la realtà e costruirci su di essa un film, senza manipolarla. Riuscire, poi, a raccontarla tramite i piccoli gesti quotidiani ed assemblarli in un montaggio è ancora più complicato. A riuscirci sono Alberto Gemmi e Mirco Marmiroli, autori del documentario "Ogni Opera di Confessione".

L'opera si sviluppa tutto all'interno di un quartiere, o meglio, intorno alle Officine Reggiane, storico complesso industriale al centro di un progetto di riqualificazione urbanistica. Ma lo stabile è solo un pretesto per raccontare le storie che vi girano intorno, storie di uomini e luoghi, di gesti, appunto, di suoni, di piccoli desideri. Le telecamere seguono ora un anziano operaio che sogna di volare, un uomo che acquista una casa nel quartiere, un rom che vive in un camper con la propria famiglia.

L'impianto filmico è tutto basato sulle suggestioni, sull'interazione tra l'uomo e gli spazi che lo circondano. Come in un mosaico, i due registi assemblano frammento per frammento i "rituali" quotidiani, che diventano a loro volta i "pezzi" dell'incidere del tempo, piccole azioni ripetute, che "stridano" con l'esigenza di rinnovamento del quartiere. Gli effetti del tempo sembrano toccare più i luoghi, che le persone, ma la bellezza dell'opera di Gemmi e Marmiroli risiede proprio in questo, nel saper rappresentare la quotidianità dei gesti in un evento spettacolare e di rara bellezza.

16/04/2016, 09:57

Simone Pinchiorri