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CANNES 69 - "Fai Bei Sogni": un racconto profondo ed interiore


Il film di Marco Bellocchio con Valerio Mastandrea e Berenice Bejo è stato presentato alla quarantottesima Quinzaine des Realizateurs.


CANNES 69 -
Una scena del film "Fai Bei Sogni"
"È nulla il morire. Spaventoso è il non vivere"
(Victor Hugo, "I Miserabili", citato in Massimo Gramellini, "Fai Bei Sogni", cap. XXVI)


"Fai Bei Sogni" di Marco Bellocchio è l'adattamento cinematografico dal romanzo autobiografico del vicedirettore de La Stampa di Torino, Massimo Gramellini, pubblicato nel 2012 per Longanesi. Un racconto del percorso interiore dell'autore nel superare il dolore e il senso di abbandono dovuto alla morte della madre, sopraggiunta in modo misterioso quando lui aveva nove anni. Il dramma esistenziale di un figlio, che si tormenta per questo dramma è trasposto nel film di Bellocchio, opera densa di avvenimenti, che sono specchio non solo della grigia vita familiare di Massimo, ma anche della società italiana con i suoi cambiamenti epocali.

Marco Bellocchio coinvolge lo spettatore nel dramma esistenziale del bambino, dell’adolescente, dell’uomo che è stato privato, in modo per lui inesplicabile, della persona che più amava al mondo. La ricerca, resa in modo particolarmente toccante, attraverso puntuali rimandi cronologici, è l’analisi degli stati d’animo di Massimo e soprattutto dell’ossessione, alimentata dal desiderio, di sapere, come è morta la madre. La regia magistrale di Marco Bellocchio, la brillante e calibrata interpretazione, dei suoi interpreti principali (Valerio Mastrandrea e Bérénice Bejo), fanno di "Fai Bei Sogni" uno dei migliori film del regista di Bobbio. Nel film vi è anche un ricordo della tragedia del grande Torino a Superga.

14/05/2016, 09:14

Augusto Orsi