LOCARNO 69 - Intervista a Tommaso Donati

Tommaso Donati, regista luganese di genitori italiani è in competizione al Festival del Film di Locarno nella sezione Pardi di Domani - Concorso Nazionale con il Corto Dormiente (Dormant) di produzione svizzera, 18 minuti senza dialoghi.

Il cortometraggio concorrerà per la nomination di Locarno agli European Film Awards 2016.
Tommaso ha iniziato a fare cinema a Parigi e frequentato corsi a Torino e workshop al Monfilm Fest di Casalborgone nel Monferrato. Dalla fine del 2015, dopo aver trascorso alcuni anni a Parigi è tornato a vivere a Lugano dove lavora come fotografo.

Chi sono i dormienti?
Un uomo e una donna che vivono ai margini della società, si muovono e s’incontrano tra spazi urbani e naturali, alla ricerca di una libertà dimenticata e cercando di resistere in stato di veglia. I protagonisti sono due persone che ho conosciuto a Chiasso in un corso di teatro organizzato per coinvolgere i migranti. Era un teatro di performance in cui i corpi si avvicinavano molto e durante il corso i due avevano interagito parecchio. Li ho scelti per questo. Lui vive in Ticino da tre anni in attesa del permesso per uscire. Lei è una persona un po' border line.

Che messaggio vuole trasmettere?
Voglio parlare della solitudine, dell'attesa del migrante che è un fantasma agli occhi degli abitanti di Chiasso e anche un po' del pregiudizio che questa persona incontra. C'è anche il contrasto tra lo spazio urbano e la natura dove il migrante si nasconde.

Il corto è in parte autoprodotto, ha avuto anche qualche sostegno?
Michela Pini, con la quale avevo fin dall'inizio discusso del progetto, mi ha aiutato nella postproduzione e nella promozione.

C'è qualche progetto futuro?
Sto cercando di organizzare la prima internazionale del film all'estero e ho in progetto di realizzare un documentario sul Labanof, il laboratorio di antropologia e odontologia forense che ha sede a Milano. Mi interessa l'approccio antropologico.