Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia di "Molly Bloom"


Note di regia di
Il film è un tuffo nella mente, nel cuore e nella carne di Molly, protagonista dell’ultimo capitolo dell’Ulisse di James Joyce.

Avevo 12 anni quando ho incontrato Molly: era Piera degli Esposti nel teatro bolognese dove mi portò mia madre. Un incontro indelebile. In quello stesso periodo ho iniziato a fotografare, ma solo molti anni dopo mi è apparso il legame con Molly, quando il desiderio di rendere per immagini la vita interiore è diventato il centro della mia ricerca fotografica.

Nel 2010 è iniziato il mio lavoro, il mio viaggio nel testo e nel personaggio di Molly. All’adattamento è seguita la lettura scenica fino alla rappresentazione teatrale per il Festival di Spoleto con la traduzione di Gianni Celati. Molly era corpo e parola.

Il linguaggio cinematografico aggiunge ora l’immagine alla rappresentazione del pensiero, della vita interiore rumorosa di voci e parole, attraversata da immagini e visioni evocate ed evocative. Uno sviluppo naturale e necessario. Molly è un un tesoro inesauribile, un regalo per un attrice. Vitale nella sua solitudine, profondamente e carnalmente donna, immagine universale dell’umanità tutta, fatta di miseria, nobiltà e sogni.

“...ho pianto e vedere la bellezza del mondo passare come un sogno dietro ai suoi occhi...”.
Scrive Joyce della moglie Nora alla quale si è in gran parte ispirato.
“ma è molto più grassa di me!” replicò lei.
Ho messo la sua fotografia sul comodino di Molly.

Chiara Caselli