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Note di regia de "Il Volto di Milano"


Note di regia de
Il volto di Milano è un documentario indipendente, autoprodotto da me e dal cinematographer Davide Di Lernia, due milanesi che s’interrogano su cosa sia oggi Milano, dedicandole un ritratto a tutto tondo, tra chiaroscuri e fascinazioni. Anche se in alta qualità (formato 4k), si tratta di “un documentario artigianale”, girato in modo tradizionale, prevalentemente con macchina e treppiede, percorrendo i set a bordo di uno scooter.

Ci siamo arrampicati sui tetti degli hotel e dei grattacieli per filmare la città dall’alto, abbiamo battuto le strade e i quartieri del centro e delle periferie, riscoprendo luoghi meno noti della città, ci siamo inoltrati nel ventre della metropolitana, consapevoli del fatto che il cuore pulsante di Milano batte anche qui sotto. L’uso dell’iPhone 6S Plus, che si è affiancato alle macchine da presa (Sony FS7, Blackmagic Cinema), ha permesso di filmare in presa diretta diverse scene di strada, conservandone la freschezza e la spontaneità. L’illuminazione degli esterni – sia diurna sia notturna – è naturale, sposando appieno il punto di vista visivo del film: gli unici interni (una redazione giornalistica, un’osteria, una sala cinematografica e un atelier) sono quelli delle interviste.

Le riprese sono durate, in modo chiaramente discontinuo, quasi due anni: il primo ciak è del 29 settembre 2014, l’ultimo del 18 luglio 2016. Questo ha permesso di seguire alcuni mutamenti epocali a livello urbanistico, come ad esempio il passaggio dal cantiere della Torre Isozaki al cantiere della Torre Hadid, oppure il completamento della parte centrale della City con il Pavillon Unicredit.Abbiamo cercato di riprodurre la complessità di questa città e della sua anima, cercando di costruire un quadro molteplice e fedele, sgomberando alcuni luoghi comuni e allargando lo sguardo per cogliere quante più sfumature possibili.

Il documentario percorre un doppio binario narrativo: c’è il vissuto e il pensiero dei suoi interpreti, un quartetto di voci tra loro diverse che si alternano e che si rivela fondamentale per raccontare la Milano di ieri e di oggi, e c’è lo sguardo della macchina da presa, che accompagna, amplia e contrappunta i contenuti delle loro testimonianze, aprendo il campo a nuovi temi (il potere dei brand e del mondo finanziario, l’onnipresente connettività) e facendo raro ricorso alle coperture video a vantaggio di un montaggio a stacco. Abbiamo privilegiato il contrasto, che si affianca all’assonanza, per aumentare la polifonia del racconto e della visione, che alterna campi lunghissimi a dettagli, raccordi analogici e pedinamenti a mano. Non è un documentario didattico (il Duomo, come altri celebri monumenti cittadini, non è mai ripreso frontalmente) o celebrativo, è un “film di montaggio” che esplora e connette.

E poi c’è il sole, tanto sole, sia quello della stagione autunnale e invernale sia quello primaverile-estivo, un’alternanza di luce fredda e calda che sgombera il campo dal presunto grigiore di questa metropoli, dove la nebbia ormai non si vede più: Milano non è una città grigia, e il cielo blu è il suo canto.

Massimo Zanichelli