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NESSUNO IN FUORIGIOCO - Il primo web-reportage di MondoFutbol.com


6 storie di integrazione da tutta Italia, 6 storie di chi, grazie al pallone, prova ogni giorno ad abbattere pregiudizi, barriere, stereotipi. A cura di Guido Montana e Aniello Luciano.


NESSUNO IN FUORIGIOCO - Il primo web-reportage di MondoFutbol.com
Un racconto per il web, con 6 storie di integrazione da tutta Italia. Da nord a sud: migranti, rifugiati politici, emarginati, minori non accompagnati, detenuti ed ex detenuti. Italiani e stranieri, insieme nel nome del calcio. Un video reportage che racconta lo sport come strumento di accoglienza, di integrazione. "Nessuno in Fuorigioco", web-reportage prodotto da MondoFutbol.com e curato da Guido Montana e Aniello Luciano raccoglie le storie di chi, grazie al pallone, prova ogni giorno ad abbattere pregiudizi, barriere, stereotipi.

Via mare, nel 2016, sono stati 181.436. Secondo UNHCR Italia, più di 25.000 erano minori non accompagnati. Uomini, donne, ragazze, ragazzi. In una traversata del genere, qualche anno fa, Abdul ha perso lo zio. "C’ho messo un anno per arrivare dalla Somalia, mi sono salvato solo io e altri 50. Una volta sbarcato, l’ A.S.D. RFC Lions Ska Caserta mi ha accolto: qui italiani e migranti hanno creato una squadra di amici". Grazie al calcio Abdul è tornato a sorridere. I suoi compagni provengono da quattro continenti e da oltre una dozzina di Paesi, senza distinzione di sesso o religione. E nessuno di loro va mai in offside.

"Ognuna delle 6 tappe toccate ci mostra un mondo di integrazione possibile", ha detto Guido Montana, direttore editoriale di MondoFutbol.com. "Tutte hanno un filo conduttore: il calcio. Perché grazie al pallone che rotola si possono unire persone con storie e provenienze diverse e magari aiutare a ricostruire una città colpita dall’alluvione del 2015, come nel caso della prima storia del web-reportage, quella dell’Atletico Brigante; oppure vedere giocare insieme migranti, studenti universitari, detenuti ed ex detenuti come avviene all’Atletico Diritti. Il calcio, insomma, costruisce e ricostruisce: rapporti, città, luoghi, idee, comunità".

Oltre all’A.S.D. RFC Ska Lions Caserta e all’Atletico Brigante, "Nessuno in Fuorigioco" raccoglie le testimonianze di chi si impegna tutti i giorni nell’accoglienza. È il caso della Cooperativa Koiné a Casacalenda, in provincia di Campobasso. Qui il calcio è tra i momenti più emozionanti, con le storie dei rifugiati che hanno partecipato al progetto “Rete!”, l’iniziativa rivolta ai minori stranieri non accompagnati e residenti presso i Centri SPRAR di tutto il territorio nazionale, atta all’interazione tra pari e allo sviluppo dei processi di inclusione sociale ed interculturale. “Rete!” è patrocinato dalla FIGC e, nel 2106, ha visto partecipare 25 centri SPRAR tra Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia e Umbria. "Molti ragazzi si incontrano di nuovo dopo tanti anni. Magari erano stati insieme nei centri di prima accoglienza e il calcio li fa ritrovare. In quei momenti capisci quanto sia importante avere a disposizione una lingua universale di integrazione come il calcio", dice Giosuè Lentini, uno degli operatori sociali della Cooperativa Koiné.

"Nessuno in Fuorigioco" racconta anche di storie di riqualificazione territoriale e di quartiere. Vere e proprie realtà costruite dal nulla, grazie alla cooperazione tra abitanti, richiedenti asilo e rifugiati: è il caso del centro sportivo del quartiere romano di “Pietralata” che ospita le partite casalinghe dei Liberi Nantes Football Club. "I migranti sono un’opportunità per tutti noi. Ci hanno aiutato a recuperare un luogo pubblico che 5 anni fa era abbandonato", commenta il presidente Alberto Urbinati.

09/02/2017, 15:50