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Italia DOC 2017 - I "Ritratti" alla Casa del Cinema di Roma


Italia DOC 2017 - I
Parte con il fuori programma "Essere Rossana Rossanda" di Mara Chiaretti – focus su un esempio epocale di persona/personalità/politica – il nuovo spazio RITRATTI della Casa del Cinema di Roma, dedicato al documentario italiano dell’ultima stagione e si articola tra il 1 marzo e il 12 aprile 2017 con cinque documentari italiani del 2016 segnalatisi a festival di rilievo. Documentari capaci di raccontare sia emblematici percorsi professionali e civili (come quello del ribelle Lou Castel, la giornalista ‘nonsolomoda’ Franca Sozzani, il memorabile Piergiorgio Welby) sia vite altrettanto esemplari quanto diverse (da quella biunivoca di un killer di mafie in guerra, ergastolano dal 1982 poi ‘istruitosi’ e lontano da quelle oscurità a quella di un padre in fuga che voltò le spalle al figlio bambino il quale ora da regista decide con coraggio di andare sulle sue tracce).

"A pugni chiusi di Pierpaolo De Sanctis" – scrive il critico Maurizio Di Rienzo che firma la rassegna – "è l’ascolto del cuore di un attore simbolo sempre legato al folgorante esordio di Marco Bellocchio, ed è anche il racconto in proprio di una vita misteriosa e sincera rielaborata in luoghi e con toni non consueti. Franca: chaos and creation del devotamente analitico Francesco Carrozzini è sul bel lavoro fra Italia e Usa di Franca Sozzani, donna dolcemente ferrea e pragmaticamente inventiva che diede già da giovane direttrice di Vogue Italia, grande sterzata anticonvenzionale al rapporto fra editoria e fashion. Ero malerba di Toni Trupia con rigore drammaturgico dà voce a chi è cresciuto per diventare spietato omicida e poi, pur non ‘collaborando’, ha saputo trovare in carcere il proprio sconvolgente Mr Hyde positivo. Saro di Enrico Maria Artale, personalissima ricerca di radici in complesso bilico fra pudore emotivo e impietoso confronto, è la messa in campo di un rapporto mai nato fra genitore e figlio, che sfocia nell’apparente fredda semplicità di un a lungo rimandato faccia a faccia. Love is all. Autoritratto, Piergiorgio Welby di Livia Giunti e Francesco Andreotti, coinvolgente quanto antiretorico, è un viaggio a più binari narrativi nella parabola di un uomo cui l’atroce malattia non ha ‘piagato’ l’anima né eroso la semplicità poetica né bloccato l’articolarsi delle relazioni; film sorprendente summa di linguaggi, a volte muti".

25/02/2017, 10:18