JACOPETTI FILES - Elaborando un autore (controverso)
Disponibile in libreria il volume pubblicato da Mimesis "
Jacopetti Files. Biografia di un genere cinematografico italiano", curato da Fabrizio Fogliato e Fabio Francione. Li abbiamo intervistati per saperne di più.
Come nasce in voi la voglia di scrivere di Jacopetti?
F.Fogliato: Da lungo tempo il mio campo di ricerca come studioso è indirizzato al genere mondo-movie come dimostrano i miei libri dedicati a Paolo Cavara e Luigi Scattini. È stato quindi naturale e sequenziale dare forma e contenuto - ai materiali raccolti negli anni - relativi all’opera di Gualtiero Jacopetti. In realtà il nostro approccio è stato – se così si può dire – asimmetrico visto che nella vicenda produttiva e realizzativa di Jacopetti abbiamo identificato in Franco Prosperi il vero “autore” nonché
trait d'union di una lunga serie di pellicole che partono da
Mondo cane (certamente) ma che giungono fino a
Wild beasts – belve feroci (1984) per la regia (appunto) di Franco E. Prosperi.
F. Francione: Già da qualche anno giaceva nei cassetti del Lodi Film Festival il progetto di una retrospettiva integrale sui film di Jacopetti. I tempi però non erano maturi tanto che presto tutto finì nel dimenticatoio per poi riemergere prepotentemente con l’uscita di alcuni libri come la biografia di Loparco, il Cavara di Fabrizio e la sceneggiatura de L’occhio selvaggio. Bisogna anche dire che nemmeno poi tanto sotterraneamente un gruppo agguerrito di affezionati di Jacopetti ha sempre agito e agitato le acque della critica cinematografica e del giornalismo italiano. Nel frattempo il progetto ha preso forma in ciò che poi abbiamo realizzato, cioè Jacopetti Files, il libro che hai tra le mani e la retrospettiva in quattro parti. Quest’anno vi sarà l’ultima dedicata per l’appunto a “Le strade si dividono. Da Mondo Candido a Belve Feroci 1975-1984” che dà un po’ la bussola di come il sottoscritto e Fogliato hanno lavorato andando in un certo senso a scavare tutte le possibili relazioni che il Mondo Movie, anche tramite Jacopetti ma non solo, quantunque sia senza alcun dubbio l’iniziatore, tanto ingombrante quanto geniale del genere.
Come si inserisce il vostro libro nella bibliografia su di lui?
F.Fo.: In maniera trasversale e segmentata. Trasversale perché Gualtiero Jacopetti – per noi – è il nome attorno a cui nei primi anni’60 si consolida una vera e propria factory (Franco Prosperi, Paolo Cavara, Stanis Nievo, Antonio Climati, Mario Morra) che dopo l’opera iniziale Mondo cane subirà una vera e propria diaspora in cui ogni protagonista continuerà – a modo suo – l’indagine attorno al mondo iniziata dal capostipite. Insomma rimarranno tutti legati al genere di riferimento e – in qualche modo – cercheranno di dare versioni e declinazioni personali del mondo movie. Segmentata perché nel libro sono presi in considerazione ben diciotto film – compresa l’opera degna e meritoria di riscoperta di Alfredo e Angelo Castiglioni – che indagano il genere e che da Jacopetti progressivamente si allontanano sempre più.
F. Fr.: Non posso che concordare con quanto detto da Fogliato, anche perché è la linea che ci siamo dati nell’andare a scrivere e comporre il libro.
Quali aspetti in particolare avete voluto raccontare del cinema di Jacopetti?
F. Fo: Per lui (come per tutti) quelli che emergono dalle testimonianze dell’epoca e dalle interviste - ai protagonisti di quella stagione - che abbiamo effettuato in questi anni. Il sincretismo tra i due filoni documentali - che nel libro si integrano alla perfezione al punto da creare un corpo narrativo compatto - restituisce al lettore la facoltà (a nostro avviso imprescindibile) di formarsi un’opinione personale scevra da ogni influenza nonché da giudizi e/o pregiudizi.
F. Fr.: Spero. Anzi credo fermamente che la lettura attenta del nostro libro, composto da parti inedite ed edite, in un montaggio serrato, oserei dire da documentario di carta, riesca finalmente a far intravedere compiutamente come Jacopetti sia solo una parte, certo importante, del tutto mondo “mondo movie” e come figure come Prosperi meriti un’attenzione ahilui fagocitata dal “cannibalismo” – il virgolettato serve a far passare in modo indolore il termine – di Jacopetti e dello jacopettismo. Basti pensare all’ultimo film preso in esame “Wild Beast” che sembra indicare una strada che altri e con differenti intenti percorreranno negli anni a venire.
13/03/2017, 11:11
Carlo Griseri