Le difficoltà di comunicazione sono l’idea alla base del cortometraggio del 2009 realizzato da
Vito Palmieri in collaborazione con la classe 3A della scuola Superiore “Goffredo Mameli” di San Giovanni Persiceto, "
Se ci dobbiamo andare, andiamoci".
Anita, un’adolescente come tante, vive a Bologna ma è di origine meridionale, lo si capisce dal dialogo tra i genitori in macchina in cui parlano uno strettissimo dialetto pugliese.
In classe, la ragazza si immagina i compagni che la prendono in giro perchè tenta di parlare con una cadenza settentrionale.
Lontano da occhi indiscreti, Anita consulta Wikipedia per leggere il significato della parola “scioglilingua” e prova a dirne uno in barese ma non vi riesce, mentre i compagni, nella visione, ce la fanno tranquillamente.
Qualche giorno dopo a scuola arriva un nuovo compagno, anche lui di Bari. Anche il ragazzo non è molto inserito e questa condivisa emarginazione lo porterà a fare amicizia con Anita.
Alla fine i due faranno un patto, dopotutto ciò che vogliono è essere accettati dagli altri ma anche, in fondo, accettarsi.
Il grande tema che muove la storia è chiaro fin da subito: i protagonisti non riescono a comunicare fra loro.
In macchina coi genitori, Anita sta dietro con gli auricolari nelle orecchie, ascolta la musica in modo disinteressato. I genitori parlano il dialetto, una lingua che lei non comprende, addirittura il padre viene sottotitolato, come a rafforzare il concetto di incomunicabilità.
Nel tragitto il padre tampona un’auto guidata da un cinese e la successiva discussione non porta a nulla perché, ancora una volta, i due litiganti non si capiscono. Anche la professoressa in classe, al momento dell’appello, fa fatica a farsi ascoltare.
La situazione però cambia nel corso della storia: si capisce che una comunicazione è possibile e per ottenerla è sufficiente ascoltarsi, ed il passo successivo non può che essere l’accettazione.
Emblematica in questo senso è la scena in cui le due famiglie, quella pugliese e quella cinese, si riuniscono per pranzare insieme.
Anche Anita riesce finalmente a recitare lo scioglilingua pugliese, dimostrando come, dopotutto, sia imprescindibile accettare se stessi per stare in armonia anche con gli altri.
Alessandro Testa