IVAN SILVESTRINI: "2Night, una bella avventura"


IVAN SILVESTRINI:
Matilde Gioli e Ivan Silvestrini a Torino
Ivan Silvestrini, insieme alla sua co-protagonista Matilde Gioli, ha presentato al cinema Classico di Torino il suo ultimo film, "2Night". Lo abbiamo intervistato.

Il tuo film è un remake di un omonimo lavoro israeliano del 2010. Come hai scelto di farlo? Hai visto l'originale?

Sono stato contattato dalla produttrice, Alessandra Grilli, che mi ha chiesto se volevo leggere l'adattamento italiano che avevano fatto realizzare di questo film girato tutto in una notte e quasi interamente all'interno di un automobile. L'idea mi è piaciuta da subito, ma ho detto immediatamente che lo avrei fatto solo se avessero convinto Matilde a lavorarci!
Poi ho anche visto il film israeliano, dopo aver letto la sceneggiatura. La sua forza è tutta nello script, visivamente aveva un impianto molto più minimale. Trovavo forte il rapporto che si creava tra i due personaggi nonostante ciò e ho pensato che potevo creare qualcosa di diverso e anche di migliore, spostando lo sguardo sui personaggi, aggiungendo inquadrature che nel film israeliano non ci sono, modificando alcuni aspetti della storia che andavano adattati.

La coppia di attori protagonisti è fondamentale per la sua riuscita. Come li hai scelti?

Io sono un Cassavetesiano, credo nelle facce. Secondo me il cinema, che è un'arte pittorica, non può prescindere dal trovare in primis la giusta faccia per un ruolo, poi ovviamente devi trovare la persona che sia in grado di sostenere un ruolo.
Ho avuto in testa da subito l'idea di usare Matilde, l'avevo vista ne "Il capitale umano", non la conoscevo ancora ma sapevo che insieme avremmo potuto far funzionare questo personaggio. Con Matteo Martari avevo già lavorato, è uno degli attori più interessanti e in ascesa della sua fascia d'età. Lui di solito era condannato ai ruoli di bello e tenebroso, ha un bellissimo viso e una bellissima voce, lo conoscevo di persona e volevo uscisse fuori il suo lato più umano e più simpatico.
Mi si è quindi subito formata in testa questa coppia: per fortuna hanno accettato!

Il film è stata anche una sfida tecnica.

Decisamente! Abbiamo fatto molte prove e cercato di capire come fare a realizzare minimizzando i costi. Abbiamo girato in due settimane, ma è stato impossibile farlo in sequenza vista la nostra piccola produzione.
Il primo giorno si è rotta l'attrezzatura che ci avrebbe permesso di trainare l'auto in modo da non dover far guidare effettivamente Matteo, quindi abbiamo dovuto fare "come gli antichi": lui guidava, ma la città inevitabilmente interferiva (anche, banalmente, con un semaforo rosso inatteso, che dovevamo ricordarci di ripetere in ogni altra inquadratura della scena...).
Il pubblico non mi vede nel film (ho controllato fotogramma per fotogramma), ma si sappia che io ci sono sempre! La mia schiena ancora mi duole se penso alle posizioni che ho dovuto assumere... ma peggio di me stava il fonico, che è stato tutto il tempo chiuso nel cofano.

Ad agosto uscirà il tuo nuovo film, "Monolith", che appare molto diverso da "2Night"...

Sì, è molto diverso. Anche se c'è sempre la presenza di una macchina...
"Monolith" è un thriller psicologico. Io sono uno spettatore onnivoro, mi piace l'idea di essere un regista che fa film molto diversi tra loro: ciò che per me è importante è emozionare il pubblico con le mie storie, che si tratti di un incontro di una notte che diventa irrinunciabile anche se destinato a finire di lì a poco, come 2Night, o - come in Monolith - l'urgenza di una madre di salvare suo figlio da una situazione terribile confrontandosi allo stesso tempo con i suoi demoni sulla maternità.
Sono due tematiche che, seppur in contesti completamente diversi, posseggono un forte traino emotivo che trovo l'aspetto più interessante da raccontare in un film.

28/05/2017, 12:10

Carlo Griseri