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LE COSE BELLE - La directors’ cut a Cinema intorno al Vesuvio


LE COSE BELLE - La directors’ cut a Cinema intorno al Vesuvio
Una scena del docu-film "Le Cose Belle"
Dopo gli ottimi risultati registrati nel weekend (quasi tremila spettatori hanno affollato l'arena di Villa Bruno) continuano le attività di “Cinema intorno al Vesuvio”, la rassegna cinematografica organizzata da Arci Movie.

Martedì 18 luglio 2017 si terrà una serata in collaborazione con la Fondazione Premio Napoli: Agostino Ferrente presenta il suo “Le Cose Belle” il film pluripremiato, diretto con Giovanni Piperno, che sarà proiettato per la prima volta in Campania nella versione di 93 minuti directors’ cut, con scene inedite, aggiunte nel 2016. Dialogherà con il regista e con Antonella di Nocera, co-produttrice del docufilm, il presidente della Fondazione Premio Napoli Domenico Ciruzzi che dichiara:"Siamo davvero contenti, come Fondazione Premio Napoli, di aver reso possibile, con Antonella Di Nocera, la realizzazione di questa significativa serata, dove per la prima volta saranno viste le scene aggiunte del film "Le cose belle". Il film italiano più premiato nel 2014, che racconta l'evoluzione, in una visione inedita della città, lontana dai 'racconti di camorra', di quattro piccoli grandi eroi delle periferie". La Fondazione prosegue il suo percorso di incontri con il pubblico, anche durante l’evento di Villa Bruno si parlerà dell’importante contributo dei comitati di lettura per la giuria popolare del premio.

La fatica e la bellezza di crescere al Sud in un film dal vero che narra tredici anni di vita. Quella di Adele, Enzo, Fabio e Silvana, raccontati in due momenti fondamentali delle loro esistenze: la prima giovinezza e l'inizio dell'età adulta, in un film che mescola il tempo della vita ed il tempo del cinema.
Quando nel 1999 Agostino Ferrente e Giovanni Piperno realizzarono "Intervista a mia Madre", un documentario per Rai Tre che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli, ai loro quattro protagonisti chiesero come immaginassero il proprio futuro: loro risposero con gli occhi pieni di quella luce speciale che solo a quell'età possiede chi ancora sogna "le cose belle" e con quell'autoironia tipica della cultura partenopea che li aiuta a sdrammatizzare, esorcizzare e talvolta rimuovere gli aspetti problematici della vita.Dieci anni dopo i registi sono tornati a filmare i loro quattro protagonisti per un arco di quattro anni: l'auto-ironia ha ceduto il posto al realismo. Alle "cose belle" Fabio, Enzo, Adele e Silvana non credono più. O forse hanno imparato a non cercarle nel futuro o nel passato, ma nell'incerto vivere della loro giornata, nella lotta per un'esistenza, o sarebbe meglio dire resistenza, difficile ma dignitosa: spesso nuotando controcorrente, talvolta lasciandosi trasportare.

13/07/2017, 13:55