Festival del Cinema Cittŕ di Spello e dei Borghi Umbri
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LOCARNO 70 - "Demain et tous les autres jours" di Noémie Lvovsky


Primo film del 70° in Piazza Grande, la relazione speciale tra una madre e una figlia in sintonia con la natura.


LOCARNO 70 -
Demain et tous les autres jours
La regista francese Noémie Lvovsky non nuova a Locarno sia per il Pardo d’argento “La vie ne me fait pas peur” che per “Camille redouble” vincitore di diversi premi tra cui il Variety Piazza Grande, ha inaugurato il sostanzioso e variato programma di cinema en plein air e biglietto da visita di Locarno, con “Demain et tous les autres jours”, lungometraggio adatto sotto tutti i punti di vista per un pubblico composto non solo di cinefili, ma da spettatori che frequentano il cinema per lo spettacolo ma anche per le storie che sa raccontare.

La regista francese anche in questo suo ultimo lavoro dimostra di saper far cinema in modo avvincente, in questo caso anche in modo affascinante e un tantino favolistico. Questo “Demain et tous les autres jours” scandito sulle stagioni il passar del tempo filma con grande partecipazione la storia di Mathilde, una bambina di nove anni, che vive non serenamente il fatto che i genitori siano separati. Il suo amore, ricambiato, č per sua madre donna fragile e sull’orlo della pazzia.

In questa storia unica dai ruoli invertiti č la bambina che si occupa della madre, che le legge un libro, l’assiste e l’aiuta nelle situazioni di lucida follia, come quando sparisce da casa per un’intera notte senza dar notizie di sé, facendo piombare la piccola nella disperazione, o quando vuole occupare l’appartamento da una famiglia sconosciuta con la pretesa di aver ricevuto uno documento, in realtŕ inesistente, che l’autorizza a farlo.

A questi momenti di tensione e di paura dell’imprevisto, si alternano altri momenti liberatori di danza, di poesia durante i quali madre e figlia sono in perfetta sintonia, non solo tra loro, ma anche con la natura e con fenomeni atmosferici in particolare la pioggia. In questo film fiabesco di pochi personaggi, ma essenziali, accanto al padre, dolce, comprensivo, ma lontano, (un impareggiabile Mathieu Amalric), vi č anche un gufo parlante, intelligente e perspicace che con il suo buon senso, nella tradizione degli animali delle storie da cinema, pronto ad intervenire dando consigli pratici a Mathilde che lo ama e gli ubbidisce.

La scena tragicomica dello spegnimento delle tende in fiamme č uno momenti tra i piů riusciti della collaborazione del gufo con Matilde interpretata con rara bravura dalla piccola Luce Rodriguez che ha davanti a sé una sicura carriera cinematografica. Importanti sono i dettagli della relazione veramente speciale che creano atmosfere poetiche che avvincono lo spettatore. La malattia mentale della madre, lato oscuro e angosciante della vicenda, viene sublimato da momenti di complicitŕ liberatoria tra lei e sua figlia.

04/08/2017, 08:07

Augusto Orsi