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FINCHÉ C'È PROSECCO C'È SPERANZA - A ottobre al cinema


Un film di Antonio Padovan con Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D'Amico, Babak Karimi, Gisella Burinato e la partecipazione di Rade Serbedzija.


FINCHÉ C'È PROSECCO C'È SPERANZA - A ottobre al cinema
Finché c'è Prosecco c'è Speranza
"Finchè c'è Prosecco c'è Speranza" di Antonio Padovan, tratto dall'omonimo romanzo di Fulvio Ervas edito da Marcos y Marcos, uscirà in sala ad ottobre 2017, distribuito da Parthénos.

Nel cast Giuseppe Battiston, Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D'Amico, Babak Karimi, Gisella Burinato e con la partecipazione di Rade Serbedzija.

Campagna veneta, colline del Prosecco. Una serie di omicidi e, unico indiziato, un morto: il conte Desiderio Ancillotto, grande vignaiolo che pare essersi tolto la vita inscenando un improvviso e teatrale suicidio. Un caso apparentemente impossibile per il neo-ispettore Stucky, metà persiano e metà veneziano: appena promosso, impacciato ma pieno di talento, per risolvere il caso deve fare i conti con le proprie paure e un passato ingombrante.

Sullo sfondo, tra i filari, una battaglia per la difesa del territorio e delle bollicine che anima bottai, osti, confraternite di saggi bevitori: Stucky intuisce presto che la soluzione dei delitti passa attraverso il modo di vedere la vita, e la vite, del conte Ancilotto. E che nella sua cantina, tra vetro e sughero, alcol e lieviti addormentati, si agita un mondo che non vuole scomparire ma, al contrario, rivendica un futuro.

"Dopo aver passato un terzo della mia vita a New York, Stucky - il commissario nato dalla frizzante immaginazione di Fulvio Ervas, e nei cui occhi Giuseppe Battiston ha riversato un oceano di emozioni - è venuto a prendermi e mi ha riportato alla mia terra: un piccolo arcipelago di dolci rilievi trapuntati di vigne che si sta trasformando velocemente in un frenetico luna park eno-finanziario: Proseccolandia. Finché c'è prosecco c'è speranza vuole essere è un giallo ma al tempo stesso un modo per puntare la lente d’ingrandimento su una realtà geografica poco esplorata dal cinema Italiano. È un’indagine impregnata di riflessioni sul futuro che vogliamo. Un inno all’andare piano, assaporando la vita. Un ritratto di un territorio ingarbugliato tra progresso e tradizione, tra eccellenze a vergogne. Una lettera d’amore. Autentica" - ha dichiarato Antonio Padovan.

23/08/2017, 08:00