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THE SQUARE - Avventure e disavventure di un curatore museale


THE SQUARE - Avventure e disavventure di un curatore museale
The Square
Christian, un po’ bohémien e un po’ manager, è il disinvolto curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma. Una mattina, sulla strada per il lavoro, soccorre una donna in pericolo e con uno stratagemma viene derubato del telefono e del portafoglio Nel corso degli avvenimenti nota la totale indifferenza dei passanti su quanto accade. Ognuno va per la sua strada e non si occupa degli altri.

Al museo lui e la sua squadra stanno lavorando all'inaugurazione di una mostra che prevede l'installazione dell'opera "The Square" (Il quadrato: un spazio delimitato da un perimetro luminoso all'interno del quale tutti hanno uguali diritti e doveri, un "santuario di fiducia e altruismo". Una mera utopia in contradizione con la realtà del quotidiano.

In seguito, poiché vive di “telefonino” per il suo lavoro, ma soprattutto per la sua vita privata, localizza il telefono e scrive una lettera, a tutti gli inquilini dello stabile dove pensa che si trovi il telefono per cercare di recuperarlo insieme al portafoglio. Da questo momento narrativo, in cui si innesca la suspense, avvengono un serie di fatti strani che scombussolano la sua esistenza e lo conducono alla perdita del posto di lavoro svolto in modo fantasioso e amatoriale.

The Square è una parabola sulla crisi della solidarietà e sull’uguaglianza in Svezia e nel mondo che Östlund illustra con toni "dogmatici" in particolare nella scostante scena della cena di gala - un happening creativo-artistico- da lui organizzato nel corso del quale dei commensali a turno vengono assaliti e maltrattati da un umano che si comporta come un gorilla senza che nessuno si alzi per aiutare i malcapitati di turno, ma tutti restano chiusi in se stessi sperando che "non capiti a loro". La riuscita del programma è un fiasco completo e l’indignazione del pubblico porta al licenziamento in tronco del maldestro ed incosciente curatore.

The Square, che ha vinto la Palma d’oro di Cannes, all’ultima poco riuscita edizione del 70. è un lungometraggio ben manufatto, ma mancante di equilibrio narrativo e alquanto confuso nei contenuti in particolare per quel che riguarda i temi principali: l’indiferenza e la responsabilità delle masse. Senza altro non sarà una Palma d’Oro da ricordare anche se è stato scelto per rappresentare la Danimarca agli Oscar.

Per il regista svedese è stato un colpo di fortuna averla ricevuta! Il suo Turist (Forza maggiore) (2014), premiato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, trattava il tema della responsabilità nell’ambito familiare con molto più rigore e coerenza.

11/12/2017, 09:05

Augusto Orsi