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MORTO GIGI PROIETTI - Addio nel giorno dei suoi 80 anni


L'attore romano colpito da un grave attacco di cuore ci ha lasciato nel giorno del suo 80esimo compleanno. Il Ricordo e i Saluti sui social.


MORTO GIGI PROIETTI - Addio nel giorno dei suoi 80 anni
È morto Gigi Proietti: in circa 50 anni di attività ha collezionato 33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista, oltre ad aver registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche.

Proprio ieri, per il suo compleanno Rai Movie aveva dedicato al grandissimo artista la vigilia del suo compleanno, dal Mandrake di Steno al Cavaradossi di Luigi Magni, dal Pompeo di Sergio Citti sino al Paco di Elio Petri, quattro prove d’attore straordinarie.

RaiPlay gli dedica un omaggio speciale.

IL RICORDO E I SALUTI SUI SOCIAL

Matteo Garrone
"Gigi Proietti mi ha voluto fare un grande dono nell’accettare il ruolo di Mangiafuoco nel mio ultimo film. Vederlo recitare dal vivo è stata una grandissima emozione. Lo guardavo lì davanti a me e non riuscivo a non commuovermi. Oltre alla sua grandezza di attore, che tutti conoscono, ho il ricordo di una persona estremamente dolce e generosa, un uomo di grande umanità che lavorava ancora con la passione e l’amore di un giovane esordiente".

Carlo Verdone
"Oggi ci lascia un attore gigantesco. Sul palcoscenico tra i migliori se non il migliore. Enorme presenza scenica, maschera da attore dell'antica Roma, tempi recitativi sublimi. Era un volto che rassicurava che l' identità di questa città ancora vive. Discepolo di Ettore Petrolini, forse più volte ha superato il suo maestro. Autorevolezza, cultura, generosità e umiltà. Questo era Gigi Proietti".

Carolina Crescentini
"Il mio primo provino è stato con te.
Io una ventenne acerba, cagna disarmante, tu un signore che mi ripeteva brava brava anche se non era vero.
Ho sempre sperato di avere una seconda possibilità prima o poi, per poterti mostrare gli effetti fondamentali di una scuola di recitazione.
Ma non abbiamo fatto in tempo.
Lo rifaremo Gigi, dall’altra parte.
Nel frattempo tu riorganizza tutta la situazione lassù, salutami Sean Connery e ricordagli che lui sarà pure James Bond ma tu sei Mandrake.
Fai buon viaggio".

Alberto Di Stasio
"Se n'è andato pure Gigi, grande figura per tutti noi, mi dispiace molto.Che altro dovrà succedere? Ci lavorai nell'avvocato Porta, ricordo, fra un ciak e l'altro, era irresistibile. Riposa".

Francesco Bruni
"A te gli occhi, le orecchie, i nostri cuori. Ciao, Gigi".

Marcello Foa, l’Amministratore Delegato Fabrizio Salini e il Consiglio d’Amministrazione Rai.
“Gigi Proietti è stato un artista immenso, che ha accompagnato gli italiani per generazioni con il suo talento, la sua ironia, la sua saggezza. Quella di oggi avrebbe dovuto essere una giornata di festa, anche televisiva, per i suoi 80 anni, ora la Rai lo ricorderà con commozione e riconoscenza, sapendo che la sua grandezza rimarrà impressa nella memoria e nel cuore degli italiani”.

Stefania Rocca
"Oggi ci lascia un grande artista: una carriera lunghissima di attore, cantante e regista. Ho avuto la fortuna di iniziare con te in Italian Restaurant e sei stato un vero maestro. “Noi attori abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere.” Sempre con noi".

Vincenzo Salemme
"Caro Gigi,
Ti scrivo qualche riga quando ancora non so se sarà consentito venire a darti l’ultimo saluto. Non ti vedevo da un anno. In una trasmissione televisiva mi avevi raccontato la tua volontà di prendere in gestione un teatro. E volevi farlo insieme a me. Per me sarebbe stata un’avventura entusiasmante. Fare teatro accanto al più luminoso dei Giullari. Sei quello che meglio di tutti ha saputo spazzare via quelle stupide etichette dei tempi moderni, che dividono gli artisti in “alti” e “bassi”, profondi e superficiali, popolari e di élite...
Avevi un rapporto con il pubblico che non era mai falso, manifestavi ciò che eri. Perché un attore, prima di tutto, deve essere onesto. Questa è l’etica di un vero attore. Tu ogni volta facevi un patto con il pubblico: facciamo finta che io sia... E così diventavi re Lear o Mandrake, un cantante maestoso o un menestrello, raccontavi una barzelletta o recitavi un sonetto del Belli. Il pubblico, con te, non era mai passivo, era essenziale, non ti guardava dal buco della serratura come accade nei reality, era in teatro con te e sceglieva il luogo con te, viveva il racconto con te. Avevi una quantità infinita di talento e, grazie al cielo, ce ne hai fatto dono. Di solito non mi piace usare il termine popolo a sproposito ma nel tuo caso è giusto e doveroso dire che il popolo te ne sarà grato per sempre e non ti dimenticherà mai. Perché se Attore è anagramma di Teatro, tu ne sei stato l’esempio più nobile".

02/11/2020, 09:07