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SOTTODICIOTTO 23 - Santiago Salinas Sacre: "Goy sono io"


SOTTODICIOTTO 23 - Santiago Salinas Sacre:
Goy
Il regista messicano Santiago Salinas Sacre ha presentato a Torino al festival Sottodiciotto in anteprima internazionale la sua opera prima, "Goy", storia di formazione di una ragazza ebrea messicana che si innamora di un goy, un non ebreo. Lo abbiamo intervistato.

Come è nata l'idea di questo film?

Ho iniziato a sviluppare questo progetto intorno al 2016. L'idea mi è venuta dopo un'esperienza personale, avevo una ragazza e lei era ebrea, come la protagonista del film. Avevo anche un paio di amici nella comunità ebraica di Città del Messico, sapevo quindi che questa distanza tra noi poteva diventare come una maledizione sulle nostre vite personali. Mi sembrava che ci fosse un vuoto nel cinema su questi temi, anche oggi nel 2022 è così.
Queste tradizioni religiose danno benefici alla comunità ma bloccano anche le connessioni, rendono più difficile avvicinare le persone. La sceneggiatura poi si è intrecciata a ciò che era da poco accaduto in Messico, riguardo le proteste della popolazione contro la corruzione dei politici, gli scioperi e la richiesta di nuove elezioni.

La comunità ebraica è particolarmente simbolica in questo senso?

Non lo so, ma è speciale per me perché le loro tradizioni sono un simbolo di unità, la loro comunità in tutto il mondo è molto forte e si sente molto vicina grazie a queste idee, le vicende storiche li hanno separati e solo tramite la loro cultura hanno resistito.
Poi è una religione molto antica, come quella Cattolica, che è presente anche nel film: ma la mia è una storia sulle religioni in genere, penso anche alla religione della politica, o della musica, alle loro tradizioni e alle loro regole.

Come hai scelto il tuo cast?

Ogni casting è molto difficile per un regista, in questo caso ancora di più perché quando eravamo pronti per girare è arrivato il Covid che ha fermato tutto.
Abbiamo rinviato per quasi un anno e ho dovuto completare il casting da remoto: è stato difficile ma molto interessante per me, ho usato il metodo dell'interpretazione dei sogni per sceglierli, un metodo ideato dal mio maestro, Alvaro Lopez Waterman.
Ho visto davvero un sacco di gente per scegliere i miei protagonisti, è stato un processo molto lungo ma meraviglioso: si sono rivelati perfetti nelle loro parti.

E ora su cosa stai lavorando?

Questa è la mia opera prima, non sono più un vergine nel lungometraggio! Ho una compagnia di produzione in Messico e prima di "Goy" ho fatto centinaia e centinaia di spot e documentari televisivi.
Ora sto sviluppando un documentario sul metodo dell'interpretazione dei sogni e sto iniziando a scrivere il mio secondo film che spero presto di poter portare a Torino per farvelo vedere.

19/12/2022, 10:42

Carlo Griseri