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Note di regia di "Addio al Nubilato 2 - L'Isola che non c'e'"


Note di regia di
In questo secondo film mi sono chiesto come faccio a far diventare le mie quattro protagoniste, belle, benestanti e borghesi, delle “eroine” loro malgrado?
Il modo migliore è stato quello di farle incontrare/scontrare, con la cruda realtà: un gruppo di bambini difficili di una casa famiglia.
I miei giovani attori provengono quasi tutti da situazioni realmente difficili, c'è un bambino ucraino (Casper) che è scappato dalla guerra, due bambini bosniaci (Messi e Valentino) provenienti da un campo rom, un ragazzo senegalese (Ibra) e uno in transizione (Ilie)...
Il film inizia come una commedia romantica, il matrimonio salta e le ragazze partono per un viaggio on the road con un pulmino, da Roma fino alla Slovenia. Dopo poco però la storia ha un twist, (come spesso accade nella vita reale) quando Ibra a Nova Gorica ruba il pulmino, e le protagoniste entrano in contatto con i bambini della casa famiglia. Le ragazze prima entrano in crisi, poi a causa della convivenza forzata all’interno della casa famiglia, sono costrette a confrontarsi con le realtà difficili di questi ragazzi. Da quel momento tutto cambia e si trasforma.
Il fil rouge rimane sempre quello dell’inizio della storia, quando la madre della sposa predice alla figlia che un giorno avrà il figlio tanto desiderato, perché come dice Rabbi Nachman “Tutto accade per il bene”.
L’intero film è attraversato da questo spirito jewish, grazie a Rabbi Nachman, Rabbino ucraino (morto in Ucraina nel 1810) a cui molti ebrei oggi sono devoti.
È un film sul significato della maternità e sulla famiglia, sull’accettazione e l’inclusione…Perché se vogliamo provare a vivere tutti insieme, dobbiamo lasciar più spazio al sentimento e alla fantasia. Ha il sapore della favola, perché nonostante tutte le difficoltà che incontriamo, dobbiamo continuare a sperare, a credere in un mondo migliore, in un Isola che non c’è.

Francesco Apolloni