Fondazione Fare Cinema
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Cast


Soggetto:
Chiara Cremaschi
Lia Furxhi

Sceneggiatura:
Rossella Schillaci (Ep. "In Seno")
Enrica Viola (Ep. "La Ricerca della Maternità")
Katja Colja (Ep. "La Solitudine delle Madri")
Chiara Cremaschi (Ep. "Scegliere")
Gaia Giani (Ep. "Lontano da Casa")

Musiche:
Carlo Cremaschi
Simone Trevisan

Montaggio:
Cristina Sardo

Organizzazione:
Lia Furxhi

Son Tutte Belle Le Mamme Del Mondo


Regia: Rossella Schillaci, Enrica Viola, Katja Colja, Chiara Cremaschi, Gaia Giani, Antonella Sica
Anno di produzione: ancora in produzione
Durata: n.d.
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Ufficio Stampa: Giuliana Martinat
Titolo originale: Son Tutte Belle Le Mamme Del Mondo

Sinossi: Il documentario, composto principalmente da interviste, vuole indagare e raccontare le donne italiane e straniere attraverso il loro rapporto e confronto con la maternità, coinvolgendo persone e personaggi diversi, lontani e vicini, fino a costruire un ritratto della condizione femminile in Italia, qui e adesso, in relazione all'essere e al diventare -- o meno -- madre.
A tutte le mamme verranno proposte le stesse domande, partendo dalle loro aspettative e confrontandole con la realtà della condizione in atto.
Il lavoro sarà organizzato attraverso un team, composto da diverse registe. Il documentario sarà suddiviso in capitoli, e ogni capitolo sarà realizzato da una regista diversa, a seconda dei suoi interessi e della sua sensibilità. Per raccogliere più materiale possibile proponiamo a tutte le donne interessate un questionario a cui le interpellate dovranno rispondere attraverso testimonianze filmate realizzate autonomamente con i mezzi a disposizione (cellulare, macchine fotografiche digitali, piccole videocamere).

Sito Web: http://www.sontuttebelle.org

Ambientazione: Genova / Milano / Bergamo / Torino / Roma

Note:
I CAPITOLI
La Solitudine delle Madri di Katja Colja

La solitudine raccontata attraverso la storia di una donna, che dopo la nascita di suo figlio rimane sola tra le mura di casa, senza il compagno e con una madre che non la può aiutare. Cerca lavoro, ma trova le porte chiuse. E per lo Stato, una donna senza lavoro fisso, né una situazione familiare regolare, non ha diritto di chiedere un sussidio sociale: per lo Stato non esiste. Bussa a tante porte e nella sua ricerca di aiuto incontra donne diverse, con esperienze e problemi diversi. Nella sala d’aspetto dell’INPS, in quella dei servizi sociali, in un giardino pubblico, dalla pediatra, parla con loro, “le intervista”. Con loro si confronta, si confida, sfoga la sua rabbia, la sua disperazione e scopre di non essere l’unica a sentirsi sola… scopre di non essere sola.
Scegliere di Chiara Cremaschi
Mi interessa l’incontro/scontro dell’essere donna e madre. Qualcosa per cui il nostro corpo è formato, la nostra mente ad un certo punto si scopre a desiderare, la nostra società dà per scontato. Insomma, qualcosa con cui qualsiasi donna, indipendentemente dalla vita e dal lavoro che ha, si deve confrontare. Vorrei cercare di evitare le scelte dettate dalla fede religiosa per concentrarmi sui conflitti che ognuna – qualsiasi sia la decisione e a qualsiasi età – deve comunque affrontare: come una si è sempre pensata da donna – lavoratrice o no, con dei figli, e quanti – e se si è immaginata simile o meno a sua madre o alle donne presenti e/o assenti nella sua crescita.
Lontano da Casa di Gaia Giani
All’inizio della gravidanza avevo pensato di trasferirmi a Parigi. Stavo collaborando con una regista francese e Parigi, a differenza di Milano, mi sembrava la città ideale per affrontare la gravidanza. L'entusiasmo è però durato poco: rientrata in Italia ho pensato a tutte le difficoltà che avrei incontrato in una città che non conoscevo. L’apprendimento di una nuova lingua e la lontananza dalle amiche e dalla famiglia, in un momento così delicato come quello della gravidanza, mi sono sembrate barriere insormontabili. Ho incominciato così a pensare a tutte quelle donne che, meno fortunate di me, si trovano a dover affrontare una nuova fase della loro vita lontano dalla loro terra e dai loro affetti, che devono superare le difficoltà di comunicazione e confrontarsi con un diverso approccio alla gravidanza e alla maternità rispetto al loro paese.
In Seno (titolo provvisorio) di Rossella Schillaci
Mia madre mi raccontava spesso con tristezza dei tanti problemi avuti per allattarmi al seno, in seguito ai quali decise di smettere, su consiglio di medici e pediatri. Erano gli anni '70 e molte donne, nel timore che il loro latte fosse "poco nutriente", si convincevano, o venivano convinte, a passare all’allattamento artificiale. Oggi, l’inversione di tendenza è totale: l'allattamento al seno è un must che ammette poche deroghe e talora raggiunge livelli inquietanti. Allattamento a richiesta, ad orario, ad oltranza, oltre i 3 anni di età, prolungato notturno: nuove indicazioni, che spesso modificano inevitabilmente il rapporto tra madre e figlio e inducono sensi di colpa nelle donne che scelgono di iniziare presto lo svezzamento.
Penso sia interessante raccogliere le esperienze di donne che allattarono quarant’anni fa e di donne che allattano oggi, parlare dei problemi insorti, della possibilità o meno di allattare in luoghi pubblici, del sostegno sul posto di lavoro e a casa. Confrontare pratiche, miti, usanze, ma soprattutto sentimenti e sensi di colpa: per non avere latte, o per averlo ma scegliere di non allattare. Per riflettere su una attività intima, dolce e naturale, che può però trasformarsi in un'esperienza difficile, dolorosa, preoccupante.
Puerpera Attempata di Antonella Sica
La maternità tardiva, fenomeno ormai diffuso in Europa, non solo come effetto dell’adolescenza protratta dalla società dei consumi ma anche come risultato di un rimescolamento dei valori tradizionali e dei ruoli all'interno del nucleo familiare; cosa che ha creato non poche "varianti" nella composizione e nella crescita delle famiglie create da persone della nostra generazione.
La Ricerca della Maternità di Enrica Viola
“Desiderosa di prole” è il termine che il medico utilizza negli esami diagnostici per indicare la donna in cerca di un figlio. La parola “desiderio” si contrappone però alla tecnica medica che prevale sugli aspetti umani e psichici. Fecondazione assistita, stimolazione ormonale e pervietà delle salpingi sono le parole che ogni donna alle prese con l’infecondità impara ben presto a conoscere.
Aspettare ogni mese una gravidanza che non arriva è una minaccia per l’equilibrio di ogni donna, apre a dubbi sulla propria femminilità e sul senso della vita stessa. Sul web dilagano siti e social forum: a questi si rivolgono moltissime donne in cerca di conforto dalla solitudine interiore e di confronto su un problema personale, ma anche, sempre di più, sociale. La particolare condizione delle donne italiane, alla luce della legge 40 sulla procreazione assistita, infatti, aggrava ulteriormente il dramma individuale. Molte sono costrette ad andare all'estero sia per evitare dannosi effetti sulla propria salute, sia per tentare le vie alternative esistenti ma vietate dalla normativa nazionale, mentre il tema riemerge alternatamente sul fronte etico e giuridico, tra dibattiti sulla legittima aspirazione alla genitorialità, controllo delle biotecnologie ed eccezioni d’incostituzionalità sollevate nei confronti della stessa legge vigente.


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