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Wolfgang Laib - Without Time, Without Place, Without Body


Regia: Francesco Cacchiani
Anno di produzione: 2021
Durata: 42'
Tipologia: documentario
Genere: arte/biografico
Paese: Italia
Produzione: Museo Novecento, MUS.E
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: DCP, colore
Titolo originale: Wolfgang Laib - Without Time, Without Place, Without Body

Sinossi: Wolfgang Laib è noto per le sue opere minimali di grande potenza simbolica, realizzate con elementi naturali come il polline, il miele, il latte, il riso, la cera d’api. Artista dello ‘spirituale nell’arte e nella vita’, unisce nel suo quotidiano e nella sua pratica creativa l’Oriente con l’Occidente. Il film ripercorre le tappe che hanno portato nel 2019 alla realizzazione della mostra Without Time, Without Place, Without Body che ha coinvolto luoghi di straordinario valore storico e artistico nel cuore di Firenze.

Sito Web: http://www.museonovecento.it/wolfgang-laib-with...

Ambientazione: Firenze

Note:
Il film, commissionato dal Museo Novecento e prodotto da MUS.E, è stato realizzato in occasione dell’omonima mostra, curata da Sergio Risaliti, che ha coinvolto luoghi di straordinario valore storico-artistico come il Museo di San Marco (Polo Museale della Toscana), la Cappella dei Magi (Palazzo Medici Riccardi), la Cappella Rucellai (chiesa di San Pancrazio, Museo Marino Marini) e la Cappella Pazzi (Complesso Monumentale di Santa Croce), in una relazione giocata tra il visibile dell’arte e l’invisibile dello spirito, che lega idealmente la magnificenza rinascimentale con la ricerca artistica contemporanea.

All’interno del film, guidato dalla voce narrante dell’artista, vengono ripercorse le fasi di allestimento e realizzazione dell’ambizioso progetto che ha dato vita a un dialogo serrato tra il passato della città e la ricerca contemporanea del maestro tedesco. L’arte di Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Benozzo Gozzoli e Beato Angelico ha dialogato con opere minimali ma di grande potenza simbolica realizzate con elementi naturali come polline e cera d’api: una relazione giocata tutta sulla sensibilità e sulla sottile percezione tra scultura, architettura e natura, unendo nel suo quotidiano e nella sua pratica creativa l’Oriente con l’Occidente. In un tempo come il nostro in cui l’umanità intera sta cercando una via d’uscita dal dramma della pandemia e dal disastroso rapporto dell’uomo con la natura, ecco che l’arte di Laib si offre come risposta reale alla ridefinizione dell’umanesimo in una prospettiva non più solo antropocentrica.


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