Fondazione Fare Cinema
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Sara Lucarini  (08/10/2006 @ 00:00)
Il ciclo dell'amore è raccontato attraverso una storia corale e a sua volta ciclica. Dalle fasi dell'innamoramento, alle situazioni successive, della noia, dell'abitudine, della monotonia, quindi la crisi, il tradimento, la fuga. Il ritratto che ne viene fuori non è, come succede quando si parla dell'argomento, dei più rincuoranti. Ma non si cade neanche nel pessimismo mucciniano di "Ricordati di me". Veronesi riesce a lasciare un barlume di speranza. Per lo meno sembra sia possibile continuare a credere nell'amore, rialzarsi e ripartire. Non è un film noioso. E, incredibile, Muccino sa anche parlare! Realtà e finzione si mescolano, poichè Margherita Buy e Sergio Rubini, ex coniugi nella vita privata, si trovano ad affrontare il ruolo della coppia in crisi.Verdone, fresco divorziato, è il marito abbandonato. Le vite si uniscono come anelli di una catena. I personaggi si incontrano, si sfiorano e da lì parte l'imput per la nuova storia.

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