Fondazione Fare Cinema
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Daniele Zingaro  (20/06/2007 @ 15:41)
Kim Rossi Stuart e Pierfrancesco Favino su tutti!
Battista Passiatore  (24/11/2006 @ 00:00)
Michele Placido lo ha definito "cinema popolare italiano". In effetti è proprio così. Dopo la deludente prova con "Ovunque Sei", il regista foggiano insieme agli sceneggiatori Rulli e Petraglia ("La Meglio Gioventù"), realizza un film corale che parla d'amore, di fratellanza, di mafia, politicamente e socialmente italiano, che fa il verso al "cult" di Scorsese "Quei Bravi Ragazzi" per i rapporti interni tra le bande. Ma se vogliamo ricorda "C'era una Volta in America" per i ricordi infantili, ecc. Michele Placido descrive, con una straordinaria sensibilità, le vicende della famosa banda della Magliana che sparse terrore tra la seconda metà degli anni '70 e la prima degli '80, che costituisce ancor oggi un'anomalia nel panorama della criminalità organizzata del centro-nord Italia. Il Libanese, il Freddo, il Dandi. Questi i tre protagonisti attorno ai quali si costruisce scenicamente l'intero film: la scalata al successo, l'amore e la rabbia, la disfatta. Un cast di prim'ordine (da rivalutare un certo Pierfrancesco Favino, Libano, spesso trascurato dai registi italiani; notare lo spietato killer Riccardo Scamarcio, il commissario Stefano Accorsi e un commovente Kim Rossi Stuart...). Concludendo, invito tutti a vedere questo film: importante a mio avviso per l'attuale cinema italiano restio a trattare vicende sociali o politiche (assassinio Aldo Moro, strage alla stazione di Bologna, loggia P2, ecc) mettendo da parte retorica e buoni sentimenti. Scandito da una colonna sonora puntuale ed efficace (Equipe 84, Queen, ecc) il film procede veloce nell'arco delle due ore, e come sempre Placido ha il coraggio di osare, di riuscire a costruire un film che si sganci dalla provinciale realtà italiana, per andare a esplorare nuove forme e liguaggi.
Daniele Baroncelli  (06/09/2006 @ 21:03)
Un film ben girato, con un ottimo cast e pieno di suspense. Tutto da gustare.
Simone Pinchiorri  (28/10/2005 @ 00:00)
Michele Placido trae spunto per "Romanzo Criminale" dall'omonimo libro di Giancarlo De Cataldo, che lo stesso autore considera una vera e propria sceneggiatura per un film. Il regista racconta l'epopea della Banda della Magliana ripercorrendo non solo le gesta del gruppo di criminali ma anche inserendo un piccolo spaccato storico di ventanni dell'Italia con immagini storiche di fatti realmente avvenuti quali il sequestro Moro, la strage della stazione di Bologna, l'attentato a Giovanni Paolo II e la vittoria della nazionale di calcio a Espana'82. Il cast è di tutto rispetto. Su tutti spicca l'interpretazione di Pierfrancesco Favino nella parte del "Libanese" e di Claudio Santamaria in quella del "Dandi". Nel film vi sono solo due presenze femminile, la femme fatale Anna Mouglalis e la brava ragazza Jasmine Trinca, due figure opposte ed inserite perfettamente nell'evolversi della pellicola. Anche lo stile visivo è buono con molti primi piani ed immagini cupe, che fanno ancora di più risaltare le atrocità commesse dalla banda. La narrazione scorre molto fluida e con un susseguirsi di eventi molto incalzante. Davvero un ottimo film.

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