Fondazione Fare Cinema
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Roberto Esiodo  (20/03/2007 @ 16:39)
Film da evitare...pieno di errori storici- Nel 1915 la Turchia non esisteva...poi dicono che c'è la crisi del cinema, e te credo...
Daniele Baroncelli  (13/02/2007 @ 22:00)
Tratto dal mio report alla Berlinale del 13 febbraio 2007: Da subito, l’impressione è quella di stare vedendo una fiction per la TV italiana, con tanto di prezzemolo Alessandro Preziosi, in questo caso nella parte di un soldato turco innamorato di una ragazza armena (interpretata dalla spagnola Paz Vega). Le idilliache atmosfere da fiction si interrompono bruscamente quando vengono mostrate le scene cruente in cui l’esercito turco stermina un gruppo di uomini armeni facendo irruzione nella cosiddetta masseria delle allodole, dove diverse famiglie armene erano corse al riparo per sfuggire alla persecuzione turca. Teste mozzate, genitali falciati, arti mutilati. Madri a cui viene chiesto di uccidere con le proprie mani i loro neonati maschi. Una serie di barbarie non proprio da prima serata raiuno. Il film vuole trattare il tema del genoicidio turco nei confronti del popolo armeno nel 1915, all’indomani dello scoppio della prima guerra mondiale. Gli armeni sono considerati alleati naturali dei russi, nonché razza impura ed indegna (sebbene ricca e colta) di vivere insieme ad i turchi. L’esercito turco decide quindi di uccidere tutti i maschi armeni (compresi i bambini ed i neonati, per “evitare il rischio di una vendetta futura”) e di deportare le donne in una interminabile marcia verso Aleppo, durante la quale subiranno fame, percosse, stupri, e molte di esse pure moriranno. Nel complesso, un film crudo, ben girato, ma che non convince appieno. La scelta di girare la pellicola in italiano a mio parere è poco felice. Un film dove ci sono turchi ed armeni che parlano in italiano (e sono sottotitolati in inglese) non riesce a sprigionare tutta l’autenticità di cui c’è bisogno in un contesto simile. Il film sembra la cover di qualcos’altro, fatica ad esprimere una propria personalità, sebbene la tematica sia originalissima e mai affrontata prima d’ora in un film. Le soluzioni sceniche sono a mio parere troppo standard per esprimere appieno il contesto turco-armeno. Non si respira niente di turco o di armeno. I personaggi appaiono troppo poco contestualizzati nel loro spazio e nel loro tempo. Ho trovato quindi la maggior parte degli elogi della stampa spesi per questo film solo un rito, una reazione politicamente corretta nei confronti di un film che ha avuto il coraggio di affrontare per primo una tematica spinosa inesplorata dal cinema.

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