Fondazione Fare Cinema
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Ivan Drago  (08/02/2009 @ 00:10)
Ciao a tutti, ieri sera al Politecnico Fandango ho visto il film “scandalo” sulla nascita delle Brigate Rosse “Il Sol dell’avvenire” di Gianfranco Pannone e Giovanni Fasanella. A voi amanti del cinema indipendente consiglio vivamente di andarlo a vedere, visto che miracolosamente il film ha trovato una distribuzione a Roma (Politecnico Fandango, appunto) e Napoli (Modernissimo).Tratto dal libro "Che cosa sono le Br" di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini, il film prende il via dall'incontro di tre ex militanti delle Br, un dirigente del Pd e un sindacalista in un ristorante sulle colline emiliane a 40 anni dalle riunioni che diedero vita alle Br. Proprio a Reggio Emilia, infatti, nel ‘69, alcuni giovani militanti comunisti, in dissenso con la dirigenza del Partito, accusata di aver tradito gli ideali della Resistenza, abbandonarono il Pci per dar vita all'Appartamento, una comune in cui si vagheggiavano sogni rivoluzionari. Dall'esperienza dell'Appartamento, di lì a poco, uscirà il gruppo più agguerrito delle future Br: appunto Franceschini, Tonino Loris Paroli, Prospero Gallinari, Roberto Ognibene, Lauro Azzolini. All’indomani dell’uscita al Festival di Locarno, il film ha suscitato critiche da parte del ministro dei Beni Culturali Bondi, che ha affermato in un comunicato stampa che “ha dato precise direttive affinché venga impedito in futuro che lo Stato possa finanziare opere che non solo non mostrano di possedere alcuna qualità culturale, ma che riaprono drammatiche ferite nella coscienza etica del nostro Paese”. A dispetto di quanto ha detto Bondi, il film mi è piaciuto tantissimo e mi sento di dire che la sua forza sta proprio nel fatto che non è definitivo, non è radicale, lascia una serie infinita di domande e riempie di stimoli, non sarà neutrale ma rimane neutro, cercando di sentire più voci e soprattutto concentrandosi su una città, su una generazione e su un’atmosfera, impregnate di coscienza sociale, politica, ideologica, storica. Quella che ora non c’è più. Un documentario che ha un po’ del saggio scientifico, aperto a critiche, confutazioni e soprattutto approfondimenti. Il film va visto per 3 motivi: perché è un bellissimo documentario; perché in un momento storico in cui la cultura in Italia trova sempre meno spazio, il cinema indipendente va sostenuto; perché l’affluenza del pubblico è la migliore risposta ad una classe politica che sempre più insabbia e censura, spacciando il tutto per democrazia. Andatelo a vedere e portateci i vostri amici. Se lo meritano.

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