Rossella Schillaci regista di "Vjesh/Canto" a Torino
Parte con opere di assoluto interesse la prima giornata di
Italiana.Doc, la selezione del
Torino Film Feestival dedicata a documentari in concorso e fuori concorso. Accanto a "
Talsi - Confini dEuropa #4" di Corso Salani (n.d.r. leggi commento nel Forum) e "
Bitiful Cauntri" (n.d.r. leggi commento nel Forum) si sono viste anche due opere fuori competizione che hanno strappato gli applausi del pubblico presente al
Greenwich Village. "
Il Senso degli Altri" di Marco Bertozzi e "
Vjesh/Canto" di Rossella Schillaci rientrano nel lodevole
Progetto Alba Suite, finanziato dal governo nel 1999. Si tratta di una seria di nove documentari dautore sulla cultura delle comunit arbreshe in Italia ideata da Salvo Cuccia (che ne anche direttore artistico), a cura di Eleonora Cordaro. Sono opere coraggiose, che vanno alla ricerca di antiche tradizioni, usi e costumi di una comunit di cui in Italia si sa poco. Veramente poco. Eppure sono emigrati dallAlbania circa cinque secoli fa, allindomani dellinvasione degli Ottomani, e si sono stabiliti in larga parte nelle zone della Lucania, della Basilicata e della Sicilia, decisi a custodire la loro memoria e le proprie radici. Con limpronta dei gloriosi documentari etnografici alla Vittorio De Seta (citato esplicitamente da Bertozzi) "
Il Senso degli Altri" e "
Vjesh/Canto" recuperano un senso alto di una ricerca che attraverso le immagini recupera e fissa, speriamo per tempi ancora molto lunghi, la ricchezza di una tradizione, orale e scritta. Tre minuti dapplausi hanno accolto la regista Rossella Schillaci, presente in sala per discutere con il pubblico del suo film. Sono poi seguiti in serata "
Noi Dobbiamo Deciderci" di Felice DAgostino e Arturo Lavorato e "
ABC Colombia" di Enrica Colusso; il primo narra le disavventure dei cittadini di Vibo Valentia e del territorio circostante, costretti a fronteggiare le gravi conseguenze di unalluvione, quella del luglio 2006, di cui pochi si ricordano. Una dura e impietosa cronaca politica nutrita dalla speranza di risvegliare qualche coscienza non troppo pulita o perlomeno sonnacchiosa. Il secondo, di respiro maggiore, racconta la vita di una piccola comunit rurale colombiana ai piedi della Serra Nevada di Santa Marta. Grande attesa, invece, per Alina Marazzi e il suo
Vogliamo Anche le Rose (n.d.r. leggi commento nel Forum). Pubblico in fila unora prima della proiezione, spettatori in piedi nella sala 1 del
Cinema Massimo, qualche protesta da parte di coloro che avevano acquistato il biglietto ma sono rimasti fuori. Un Moretti piuttosto serio e conciso ha presentato il documentario con lautrice presente in sala. Un collage dimmagini, testimonianze, filmati depoca per spiegare il percorso, spesso accidentato, mai facile, dellemancipazione femminile in Italia tra gli anni Cinquanta e fine anni Settanta. Al termine della proiezione grandi applausi e qualche volto commosso (di donne non pi giovanissime che hanno evidentemente riassaporato unantica e mai dimenticata atmosfera di rivendicazioni e lotte politiche). Resta da menzionare la proiezione in serata, per pochi intimi a dire il vero (per via del concomitante e pi glamour "
Lascia Perdere Johnny" di Fabrizio Bentivoglio al
Cinema Ambrosio), di "
Morceaux de Conversations avec Jean-Luc Godard", una lunga intervista (125 minuti) di Alain Fleischer a uno dei padri della
Nouvelle Vague e dellintero cinema moderno. Una chiacchierata sullo statuto del cinema contemporaneo, appunti per una mostra sullarcheologia del cinema al Centre Pompidou che poi Godard non riuscir a realizzare, elucubrazioni, soliloqui criptici, provocazioni intellettuali e politiche, narcisismi, insomma linimitabile JLG dal suo eremo svizzero, come da tempo non si vedeva!
26/11/2007
Riccardo Lascialfari