Fondazione Fare Cinema
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"Después del Zapatismo" vince al 3. Eizione del NodoDocFest


E' "Después del Zapatismo" di Leticia Agudo (Irlanda/Spagna, 2008, 52') a vincere la 3. Edizione del Festival Internazionale del Documentario di Trieste NodoDocFest.

Questa la motivazione della giuria composta dagli studenti della Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di laurea in Comunicazione e pubblicità - Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico, e della Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Discipline dello Spettacolo - Cinematografia documentaria dell'Università degli Studi di Trieste: "Trovandosi a dover scegliere un solo documentario tra tutti e 13 della sezione Panorama, abbiamo voluto valorizzare determinate caratteristiche: tema, chiarezza e linguaggio cinematografico. Ci siamo trovati d'accordo a premiare un documentario che ha esposto un tema fondamentale nella storia dell'evoluzione dell'uomo: l'emancipazione femminile, tema trattato in maniera molto delicata e con grande chiarezza espositiva. Il regista è riuscito a selezionare delle immagini fondamentali e rappresentative di ciò che non appartiene al nostro mondo e alla nostra attualità. Per la semplicità del montaggio e la stretta connessione con la vita dei personaggi è stato possibile per lo spettatore lasciarsi trasportare dalle emozioni e vivere la condizione sociale dei protagonisti.Considerando tutto ciò abbiamo ritenuto opportuno premiare Después del Zapatismo di Leticia Agudo: un film che ha mostrato una precisa contestualizzazione storica ed una evoluzione di quello che da molti può essere giudicato "terzo mondo" con una semplicità quasi incredibile vista la complessità dell'argomento trattato.
Nonostante questa nostra scelta finale volevamo complimentarci con gli altri registi che hanno partecipato a questa sezione ma, in particolare a 3 documentari che hanno lasciato il segno e che sono stati materia di discussione: Hair India di Raffaele Brunetti: per l'originalità del tema e il linguaggio filmico ad hoc; Japan. A story of love and hate di Sean McAllister: per la capacità di farci avvicinare ad una realtà a noi distante ma presente anche nel nostro mondo economico; e Pizza in Auschwitz di Moshe Zimerman: per la serenità con cui ci è stata raccontata una storia che tutt'oggi è indelebile nella memoria e nei cuori di tutti noi
."

12/05/2009, 08:15