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Note di regia del film "La Vita è una Cosa Meravigliosa"


Note di regia del film
La lavorazione di un film è molto simile all‟itinerario di un viaggio di cui si conosce l‟inizio ma non la meta finale. Spesso ci sono intoppi, problemi e mille incognite che possono turbare il percorso.
Per fortuna non è stato il caso di questo mio ultimo film. Siamo partiti puntuali e abbiamo finito puntuali: sette settimane faticose ma anche ricche di piccoli aneddoti divertenti.
Provo a citarne a memoria alcuni che mi hanno lasciato dei ricordi a volte buffi, a volte tragicomici.
In una scena del film Nancy Brilli pensa che suo marito Gigi Proietti la tradisca con un‟amica. Accecata dalla rabbia la Brilli rompe un vaso in testa a Proietti che crolla in terra e successivamente per la botta perde temporaneamente la memoria. Ciak si gira. Come da copione la Brilli rompe il vaso in testa a Gigi. Buona la prima! Proietti si rialza sanguinando. Vacilla, ci guarda e non ci riconosce. Sembra aver perso veramente la memoria come il personaggio del film. Sospendiamo la lavorazione, preoccupati. Gigi si siede, frastornato, poi per fortuna ci riconosce.
Per un attimo realtà e finzione si sono sovrapposte...
Un altro giorno, mentre giravamo con Brignano e la Ranieri in un appartamento sull‟Appia, una vicina di casa, gelosa che non era stata scelta la sua di casa come location, ha cominciato a protestare dicendo che facevamo chiasso e non poteva riposare. E‟ intervenuto Brignano. Ha suonato alla porta della vicina, è entrato e si è trattenuto per una mezzoretta là dentro. Quando è riuscito, ha esclamato col sorriso sulle labbra: “Tutto a posto!...”
Mi sono avvicinato e gli ho chiesto come avesse fatto a tranquillizzarla. E lui serafico: “Semplice! Le ho promesso che avrei comprato l‟appartamento!”.
Abbiamo girato dopo tanti anni che non ci si girava più dentro al carcere di Regina Coeli. Mentre aspettavo che fossero pronte le luci per la scena, il Direttore del carcere mi ha fatto da Cicerone illustrandomi i vari bracci. Ho visto così dove sono rinchiusi i ladri, gli stupratori, gli assassini... Poi, in un braccio più isolato, Il Dottor Ricucci e il Dottor Cecchi Gori, due persone “tanto brave”...
Il film è stato girato anche in Sud Africa e dopo essere atterrati a Johannesburg abbiamo proseguito in auto fino al confine con il Botswana. Cinque ore di macchina più ben sette soste causa “pipì Brilli”!!
Abbiamo dormito in un lodge in mezzo a un parco pieno di animali. La notte si sentivano ruggire i leoni! Un‟esperienza meravigliosa!
Ma tutta la lavorazione lo è stata: grandi attori, grande affiatamento e un grande amore per Roma. Come in quella scena girata all‟alba in via del Corso con i ragazzi che escono da un palazzo patrizio dopo una festa di diciott‟anni in smoking e abiti lunghi. Mentre la loro nottata finisce, inizia la giornata di due operai che vanno al lavoro e li scrutano attoniti, perplessi.
Un‟immagine rubata a una vera scena di vita vissuta. Un‟immagine quasi “Felliniana” che mi ha veramente emozionato mentre la giravo, alle quattro del mattino in un centro storico silenzioso e addormentato.
Carlo Vanzina

Ho scritto più di ottanta film (realizzati). Alcuni di questi sono brutti, altri normali, certi carini, qualcuno riuscito. Questo, "La vita è una cosa meravigliosa", secondo me è uno dei film più riusciti. Mi piace. Mi sta simpatico. Perché è una commedia semplice, ma allo stesso tempo complessa.
La cosa migliore del film è una certa grazia nel raccontare una cosa di grande attualità: come mai gli italiani di oggi sono tutti, a modo loro, corrotti. Brignano, un poliziotto onesto che spia le vite degli altri, finisce per usare il suo piccolo privilegio per "truffare" sentimentalmente una brava ragazza (Luisa Ranieri). Vincenzo Salemme, un banchiere onesto ma che ha scelto il potere, pur di arrivare in cima si trova coinvolto in imbarazzanti compromessi. Gigi Proietti, un medico onesto che ha scelto in maniera superficiale la professione privata, per amore del figlio diventa un maldestro traffichino. Alla fine, però, tutti e tre trovano un "modo" per ristabilire la loro dignità perduta.
La nostra non è una tesi assolutoria. Nella tradizione di una certa commedia italiana, Carlo ed io abbiamo decritto con simpatia le debolezze dei nostri personaggi. Perché quelle loro debolezze sono le debolezze di tutti. Le nostre.
Enrico Vanzina