"Qui Finisce l'Italia": Gilles Coton sulle
tracce di Pasolini cinquant'anni dopo


"Qui Finisce l’Italia" di Gilles Coton, documentarista belga, ripercorre il viaggio intrapreso da Pier Paolo Pasolini nel 1959 lungo le coste italiane, raccontato nel diario di viaggio "La Lunga Strada di Sabbia". Un road-movie da Ventimiglia a Trieste sull’Italia contemporanea, sulle sue contraddizioni e sui suoi cambiamenti sociali, una fotografia attenta ed imparziale senza emettere nessuna sentenza morale o possibili formule politiche.


Nell'estate 1959, per la rivista “Successo”, Pier Paolo Pasolini percorse a bordo della sua Fiat Millecento l’intera costa della penisola, da Ventimiglia a Trieste. Da quella esperienza nacque "La Lunga Strada di Sabbia", un diario di un viaggio nell’Italia sospesa tra i cambiamenti del boom economico ed i ricordi di un passato recente ma sempre più distante. A cinquant'anni di distanza il regista belga Gilles Coton ripercorre le tappe del viaggio di Pasolini nella sua opera prima "Qui Finisce l'Italia", prodotto da Playtime Films e distribuito nelle sale italiane da Cineagenzia, un progetto nato per scegliere i film ed i documentari che non trovano distribuzione nel nostro paese.

"Qui Finisce l'Italia" è un road-movie sull’Italia contemporanea, sulle sue contraddizioni e sui suoi cambiamenti sociali, un viaggio che parte da Ventimiglia, percorre tutta la costa del Tirreno fino alla Sicilia, per poi "risalire" la nostra penisola attraversando la costa ionica ed adriatica fino a giungere a Trieste, al confine che porta a Pola in Istria. Coton incontra varie realtà sociali, ambientali, lavorative non molto lontane da quelle descritte nelle parole di Pier Paolo Pasolini, che accompagnano le immagini video. Il regista durante il suo viaggio incontra i suoi protagonisti: dall’ex sindaco di Venezia e filosofo Massimo Cacciari ai genitori di Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso da un carabiniere durante gli scontri del G8 di Genova nel 2001, dallo scrittore Carlo Magris, che ricorda Pasolini, al regista Mario Monicelli, dai membri dell'Associazione Antimafia Libera agli immigrati che abitano la nostra penisola, che si mescolano a frammenti sonori di trasmissioni televisive e radiofoniche.

Lo sguardo attento ed imparziale di Gilles Coton fotografa un originale punto di vista sull'Italia contemporanea, senza però emettere nessuna sentenza morale o possibili formule politiche. Sono le immagini che parlano da sole e sono i commenti delle persone che ci inquadrano lo spaccato sociale. Il "succo" del documentario può essere riassunto in due frasi emblematiche, quella del padre di Carlo Giuliani, "il crollo di questo paese è dovuto al crollo della dignità"; e di un immigrato africano giunto sulla costa pugliese: "i soldi hanno conquistato il mondo ed il mondo non è diventato niente".

20/02/2011, 19:27

Simone Pinchiorri