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Belen Rodriguez: "Nel mio futuro più tv che cinema"


Belen Rodriguez:
La scorsa primavera mi era arrivata una proposta dalla DueA e sono andata ad incontrare i produttori Antonio e Pupi Avati, insieme al regista Eugenio Cappuccio. Ho capito subito che si trattava di un’occasione insolita ed interessante: essere coinvolta in un film di qualità e di prestigio rappresenta una conferma per il tuo lavoro e un incentivo ad andare avanti.

Non mi sento ancora un’attrice: capisco che la mia possa essere considerata una scelta azzardata, anche perché come donna sono sempre al centro della "sparatoria" mediatica, ma è un’opportunità che ho colto molto volentieri, così come è avvenuto con la proposta di presentare il Festival di Sanremo.

Ovviamente so che per recitare sono importanti le scuole, e che è giusto prepararsi in modo adeguato. Ma credo anche nella pratica “sul campo”: sono sempre stata un po’ una “spugna” che assimila e incorpora facilmente tutto, cercando di restituirlo al meglio. In questa occasione, è stato determinante non solo studiare bene la parte, e cercare di imparare dai tanti bravissimi attori che recitavano dialoghi lunghi e serrati, ma, soprattutto, fidarmi completamente delle indicazioni e della grande umanità di Eugenio Cappuccio - un regista molto esigente e sensibile, e un ottimo direttore di attori; e dei consigli del mio partner Emilio Solfrizzi - una persona meravigliosa, sia come “uomo di famiglia” pieno di valori, sia come professionista rigoroso in grado di dare tutto sul set.

La "mia" Talita Cortès è una modella superstar sudamericana di enorme successo mediatico, un personaggio-simbolo dello star system volutamente esasperato, sopra le righe: è rimasta un po’ una bambina viziata e capricciosa, ma non credo che rappresenti un modello da seguire, per gran parte della nostra storia.

L’essenza del film sta nella sensazione di essere incompleti, e se Talita a un certo punto si innamora di una persona improbabile, lo fa perché vuole trovare quello che le manca - ad esempio la possibilità di "sbracare"; cosa che a lei, costretta ad apparire sempre perfetta, non è concesso.

Tutti noi in fondo siamo alla ricerca di qualcosa che ci sorprenda, e il titolo del film "Se sei così, ti dico sì" non descrive uno stato fisico ma interiore: vuol dire che se fai vedere l’anima, alla fine il sì arriva deciso.

C’è stata una grandissima trasformazione per interpretare Talita, sia interiore che esteriore. Arrivando sul set, ogni mattina entravo nel mondo di Talita, trasformandomi completamente, a partire dall’aspetto fisico - indossando la sua parrucca con i capelli corti a caschetto e scurissimi, e apparendo con un tipo di trucco più marcato: quando mi sono rivista alla prima scena sono rimasta sconvolta!

Per lasciarmi più libera, Eugenio mi ha concesso anche di improvvisare al di là del copione, lasciandomi mescolare all’italiano alcune parole di spagnolo perché erano giustificate per quel tipo di personaggio di ragazza sudamericana giramondo, cui verrebbe spontaneo esprimersi nella sua lingua madre ovunque si trovi.

Col tempo mi affascinerebbe anche misurarmi con qualche ruolo drammatico, ma sono certa che si tratterebbe di un impegno più difficile. Penso che per ora la leggerezza della comicità mi sia più congeniale e naturale.

Non credo, però, che nell’immediato futuro potrò dedicare al cinema l’attenzione e la dedizione necessari, perché non posso e non voglio sottrarre tempo ai miei impegni televisivi: la tv mi piace moltissimo, e vorrei cercare di farla al meglio, riuscendo a trasmettere gioia e buonumore al pubblico a casa, come nei grandi varietà del passato così ben congengati e pieni di talento ad ogni livello.

Belen Rodriguez

14/04/2011, 07:59