Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

BENUR - Quel gladiatore che ti cambia la vita


Esce in sala il 1° Maggio "Benur – Un gladiatore in affitto", opera seconda di Massimo Andrei presentata fuori concorso alla VII edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Interpreti principali agli antipodi con Nicola Pistoia sopra le righe, ai limiti del fastidio acustico in ogni sequenza e Paolo Triestino misurato e credibile nei panni dell'immigrato bielorusso.


BENUR - Quel gladiatore che ti cambia la vita
Nicola Pistoia e Paolo Triestino
"Benur – Un gladiatore in affitto" di Massimo Andrei, regista che ha esordito alla 62ma Mostra di Venezia con il pluripremiato "Mater Natura", è un adattamento cinematografico dell’omonima pièce teatrale. Gli attori e i ruoli sono gli stessi dello spettacolo: Nicola Pistoia, Paolo Triestino ed Elisabetta De Vito che vanno così a comporre un cast formato soprattutto da attori con esperienza di palcoscenico, cui si aggiungono anche Augusto Fornari e Alessandra Costanzo.

Il regista l’ha definita in italiano “una commedia romana del passato” e nel dialetto romanesco una “caciara”. E proprio la cura delle inflessioni dialettali e, in generale dei linguaggi, come quello bielorusso, sono stati al centro del lavoro di adattamento cinematografico, finalizzato ad una riappropriazione del linguaggio. Inoltre, per alcuni attori, come Paolo Triestino, che nel film interpreta il ruolo di Milan, è stato necessario il supporto di un coach madrelingua.

Come da consuetudine per il regista, la pellicola affronta le tematiche sociali della povertà e dello sfruttamento del lavoro e, in generale, del disagio civile: elementi che hanno orientato la scelta dell’uscita nelle sale proprio il giorno della Festa dei Lavoratori.

Se per la produttrice Flavia Parnasi la decisione di produrre questa pellicola è stata casuale e maturata in seguito alla visione dello spettacolo teatrale, l’impegno produttivo è stato notevole e orientato ad un rafforzamento delle tematiche sociali, già mostrate in teatro.

L'idea della storia e la sceneggiatura hanno un particolare interesse, facendo passare la giusta idea di apertura allo straniero, solo dopo un atteggiamento di rigetto dettato dall'ignoranza e dalla paura. L'immigrato (a suo modo) integrato, può essere un motore che fa muovere l'ormai immobile macchina del nostro paese; fame, umiltà, voglia di fare, interessi da noi ormai perduti, riescono ad essere rivalutati e a diventare ricchezza per tutti.

Lo scorrere del film è spesso ostacolato dalla recitazione in una sorta di romanesco in bocca a fini dicitori di teatro, che cercano di ricreare situazione e ambiente di una Roma popolare e periferica, alzando il volume della voce. Nicola Pistoia risulta spesso fastidioso per lo spettatore, superando i livelli medi di audio della pellicola. Di contro Paolo Triestino, nei panni del bielorusso, riesce con la giusta misura a miscelare in crescendo lo slavo all'italiano, ricreando un dialetto preciso e apprezzabile.

22/04/2013, 20:00

Alessandra Alfonsi