CROWDFUNDING - "Lupino", Farellacci cerca finanziatori


François Farellacci ci racconta la campagna di crowdfunding pensata per avviare le riprese del documentario "Lupino"


CROWDFUNDING -
Il regista François Farellacci ha avviato nei giorni scorsi una campagna di crowdfunding sul portale Ulule per sostenere il progetto di documentario "Lupino".

Lupino è un quartiere della città di Bastia, in Corsica. Un quartiere periferico difficile, popolare e meticcio. Una decina di palazzoni tenuti lontano dal centro città da un tunnel, e chiusi tra la macchia mediterranea e la spiaggia. "Orso, Philippe, Pierre-Marie, Jean-Marc e gli altri protagonisti del documentario sono ragazzi di Lupino. Appartengono a Lupino e Lupino appartiene loro. Stanno sempre insieme, si sostengono, condividono giri e segreti. Più che una banda di adolescenti sono una piccola famiglia. Sono diretti, sono curiosi, hanno fame di ogni esperienza e colgono tutto ciò che passa loro vicino. Sanno dare, anche. Sanno difendersi. Li riprendo dal primo giorno di luglio fino all’inizio della scuola a settembre. L’estate è la tregua che permette di uscire di casa e stare lontano dagli adulti. E forse vivere tutto con più intensità".
"Lupino" partirà solo se e quando verranno raccolti i fondi necessari, contrariamente ad altre campagne di crowdfunding (pensate per la distribuzione, soprattutto) al doc di Farellacci servono fondi per partire.

Come mai hai deciso di rivolgerti al crowdfunding?
François Farellacci:
Uno dei punti sui quali una produzione indipendente è fragile è lo sviluppo progetti.
Il percorso di un film indipendente di solito è molto limitato, qualche festival, un po' di cinema o di TV, con un po' di fortuna. Insomma, nessuno o poco sfruttamento commerciale, così che è molto raro che i conti vengano pareggiati. Non parliamo di beneficio.
Quindi per produttori e autori indipendenti è difficile costituirsi un cashflow che permetta di fare ricerca su un progetto, e ancora meno partire con riprese non programmate con largo anticipo. Il che ha una serie di conseguenze sul modo di finanziare i film, e quindi di girarli.
In particolare per quanto riguarda i documentari. Negli ultimi anni la fase di scrittura dei doc ha preso una dimensione sproporzionata, non è che sia contro la scrittura, anzi mi sembra importante. Per quanto mi riguarda lavorerò pure con una coautrice. Ma un doc dovrebbe essere scritto (in senso lato) durante la sua fabbricazione. Non serve a niente scrive pagine sull'importanza del reale se non si può riprenderlo.
Comunque sia nel caso di Lupino il finanziamento partecipativo ci serve per finanziare le spese vive minime delle riprese. Il che significa anche che senza questo minimo il film non partirà.
Ciò che vogliamo esplorare è una modalità di finanziamento ibrida, in cui il finanziamento partecipativo diventi la prima tappa, per essere poi completato da finanziamenti più classici (una film commission, un'associazione...) ma che necessitano di tempi molto lunghi per essere ottenuti. Lo scopo finale comunque è di poter proteggere il desiderio che sta al centro dei progetti. Di fare in modo che i film non soffrano di percorsi produttivi troppo lunghi e tortuosi, che non siano procrastinati all'infinito in attesa di finanziamenti sempre incerti. È per questo motivo che abbiamo creato il collettivo Stanley White, per riuscire a sostenere i progetti nel momento in cui sono più fragili alla loro nascita.

È la prima volta che ti rivolgi a questo tipo di servizio?
François Farellacci:
Sì, è la prima volta che ricorro al crowdfunding per un mio progetto, fino ad ora mi ero limitato a sostenere progetti di altri.
La campagna è iniziata un po' meno di due settimane fa e abbiamo raccolto un po' più del 20% del finanziamento, il che significa che stiamo andando bene. E' troppo presto per fare una statistica ma fino ad ora circa 50% dei sostegni sono persone sconosciute e questo è molto interessante, e più dell'80% viene da persone che con il cinema non hanno niente a che fare. Il che è positivo. O forse no.

Tra le tante piattaforme ormai disponibili come mai avete scelto Ulule.com?
François Farellacci:
Semplice, perché è l'unica che ci permette di avere le pagine del progetto in varie lingue, e la nostra attività e i nostri contatti sono a cavallo tra più paesi.

13/05/2013, 14:40

Carlo Griseri