Fondazione Fare Cinema
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CHIODO E IL FIUME - Quando la natura "oscura" il racconto


Il documentario di Duccio Ricciardelli si fa apprezzare per il "dipinto" della natura, rappresentato non su tela ma sul grande schermo.


CHIODO E IL FIUME - Quando la natura
L'acqua, fonte di vita e di storie. Sulle rive dell'Arno vicino Firenze c'è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, un piccolo pezzo di mondo antico abitato dagli ultimi "renaioli", uomini che setacciano e a raccolgono la rena sul letto del fiume a bordo di barche chiamate "navicelli". Un lavoro di altri tempi, che risale al periodo del Rinascimento, quando Firenze era governata dai Medici. E' incentrato sulla figura ed i racconti di uno di questi ultimi "renaioli" il documentario "Chiodo e il Fiume" di Duccio Ricciardelli ambientato sulle rive del fiume dove le imbarcazione navigano lentamente, senza motori, mosse dalle acque e dal vogare umano.

L'opera di Ricciardelli è un inno alla memoria, alle antiche tradizioni, alla natura. La testimonianza di un pezzo di storia del nostro paese del protagonista avviene in uno spazio aperto, in una natura che sembra dipinta, uscita da un quadro del Neorealismo. Ed è forse questo l'aspetto migliore del documentario, quando gli alberi, i cespugli e soprattutto le acque sovrastano il racconto del protagonista, un po' troppo incentrato sulla resistenza e non su cio' che l'Arno ha rappresentato e rappresenta per gli antichi barcaioli.

25/05/2013, 17:37

Simone Pinchiorri